Dopo catastrofica disfatta elettorale subita, Silvio Berlusconi ha dichiarato che le sconfitte triplicano le sue forze. Siano certi che sarà, presto, un eccezionale concentrato di energia.
Peccato che ad essere stremata è l'italia che non riesce a "scollarlo" dalla poltrona occupata, ormai, in violazione di qualsiasi fair play istituzionale.
La Lega, invece, invece, non riesce a ricaricare le batterie e rischia che a staccare la spina
siano i suoi elettori increduli, stanchi ed umiliati.
martedì 31 maggio 2011
lunedì 30 maggio 2011
“Dimissioni Melchiorre: responsabilità od opportunità politica?”
Il 28 maggio u.s. il sottosegretario di Stato Melchiorre, a seguito del comportamento tenuto dal premier italiano in occasione dell'ultimo G8, ha rassegnato le dimissioni.
Non sono in grado di capire se il gesto della Melchiorre, ex sottosegretario ed ex magistrato, sia stato dettato da un alto senso di responsabilità istituzionale o da un meschino calcolo politico. Il filmato che ritrae il presidente del consiglio italiano al G8, però, temo che dimostri, inconfutabilmente, la fondatezza delle dichiarazioni rilasciate dalla moglie in occasione della separazione. Si tratta, purtroppo, di un uomo malato che va aiutato con una terapia adeguata. E' del tutto evidente che non possa più rappresentare, in nessuna sede, il Paese. La rabbia per la situazione nella quale l'Italia è stata precipitata, tuttavia, penso che debba essere indirizzata verso coloro che, per tornaconto personale, lo hanno sostenuto conferendogli credibilità. E' impossibile che quanti, in questi anni, gli sono stati vicini o sono stati suoi alleati politici, non si siano accorti del grave stato in cui versava. Il cinismo con il quale hanno sacrificato il Paese merita, questo sì, biasimo e condanna. Dobbiamo solo sperare che, nelle file di questa improponibile compagine di centrodestra, sia ancora presente qualcuno che, con un tempestivo scatto di responsabilità ed amor proprio, aiuti l'Italia in questa difficile urgente transizione.
Altrettanta (temeraria?) speranza dobbiamo riporla nel fatto che sia pronta un'affidabile alternativa di governo che sappia porre al primo posto dell'agenda politica gli interessi del Paese.
Non sarà facile, viste le precarie condizioni economiche e la diffusa sfiducia presenti in Italia, procedere alla necessaria ricostruzione degli equilibri istituzionali ed a porre in essere quei passi indispensabili per recuperare la credibilità internazionale. Il percorso, purtroppo, non potrà esser privo di sacrifici che, almeno questa volta (ed in futuro), dovranno essere equamente distribuiti. Se ci sono categorie in crisi, altre sono allo stremo e non possono sopportare oltre.
Ora, più che mai, dobbiamo chiamare tutti ad una PARTECIPAZIONE attenta e continuna affinchè si possa uscire, in tempi ragionevoli, dalla palude nella quale siamo impantanati e soprattutto, si pongano i presupposti per impedire che situazioni del genere possano ripetersi.
Non sono in grado di capire se il gesto della Melchiorre, ex sottosegretario ed ex magistrato, sia stato dettato da un alto senso di responsabilità istituzionale o da un meschino calcolo politico. Il filmato che ritrae il presidente del consiglio italiano al G8, però, temo che dimostri, inconfutabilmente, la fondatezza delle dichiarazioni rilasciate dalla moglie in occasione della separazione. Si tratta, purtroppo, di un uomo malato che va aiutato con una terapia adeguata. E' del tutto evidente che non possa più rappresentare, in nessuna sede, il Paese. La rabbia per la situazione nella quale l'Italia è stata precipitata, tuttavia, penso che debba essere indirizzata verso coloro che, per tornaconto personale, lo hanno sostenuto conferendogli credibilità. E' impossibile che quanti, in questi anni, gli sono stati vicini o sono stati suoi alleati politici, non si siano accorti del grave stato in cui versava. Il cinismo con il quale hanno sacrificato il Paese merita, questo sì, biasimo e condanna. Dobbiamo solo sperare che, nelle file di questa improponibile compagine di centrodestra, sia ancora presente qualcuno che, con un tempestivo scatto di responsabilità ed amor proprio, aiuti l'Italia in questa difficile urgente transizione.
Altrettanta (temeraria?) speranza dobbiamo riporla nel fatto che sia pronta un'affidabile alternativa di governo che sappia porre al primo posto dell'agenda politica gli interessi del Paese.
Non sarà facile, viste le precarie condizioni economiche e la diffusa sfiducia presenti in Italia, procedere alla necessaria ricostruzione degli equilibri istituzionali ed a porre in essere quei passi indispensabili per recuperare la credibilità internazionale. Il percorso, purtroppo, non potrà esser privo di sacrifici che, almeno questa volta (ed in futuro), dovranno essere equamente distribuiti. Se ci sono categorie in crisi, altre sono allo stremo e non possono sopportare oltre.
Ora, più che mai, dobbiamo chiamare tutti ad una PARTECIPAZIONE attenta e continuna affinchè si possa uscire, in tempi ragionevoli, dalla palude nella quale siamo impantanati e soprattutto, si pongano i presupposti per impedire che situazioni del genere possano ripetersi.
domenica 15 maggio 2011
Nel 461 a.C., Pericle pronunciava il suo celebre Discorso agli Ateniesi
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private [ndr: ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.]
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato a rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche a rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
giovedì 12 maggio 2011
Appuntamento referendario del 12 e 13 giugno
L'appuntamento referendario del 12 e 13 giugno p.v. rappresenta uno snodo di fondamentale importanza per tutti noi e per il nostro Paese. Per tale motivo i "comitati d'affari" e le "cricche" di ogni genere si stanno adoperando per distrarre l'opinione pubblica, celare l'evento o, se possibile, evitarlo attraverso elusivi espedienti legislativi.
I cittadini maggiormente attenti alla vita pubblica si sono attivati, soprattutto attraverso internet e grazie a molteplici soggetti collettivi, in una campagna informativa e di convincimento mirata ad ottenere il raggiungimento del quorum necessario affinché il risultato delle urne possa dispiegare i suoi effetti.
Tutto ciò, però, temiamo che non sia sufficiente. Ognuno di noi crediamo che possa e debba fare qualcosa in più.
Il rischio che la percentuale dei votanti non raggiunga il 50%+1 degli elettori è rappresentato, infatti, in buona parte, dalla possibile astensione di quella schiera di cittadini che non comunica attraverso internet e che raramente, o mai, segue, attraverso la stampa e la TV, la politica locale, nazionale od internazionale.
Raggiungere le coscienze di questi cittadini è, come mai, di fondamentale importanza.
Per far questo, l'Associazione Culturale PARTECIPAZIONE ha pensato di redigere un appello estremamente sintetico, semplice nei contenuti e privo di logo o firma. Un documento scritto da singoli cittadini e che contiene un invito ad andare a votare rivolto ad altri cittadini nel comune interesse. Poche parole che possono essere, se condivise, fatte proprie ed utilizzate da tutti.
L'idea è quella di diffonderlo (attraverso l'invio agli iscritti, alle mailing list di ognuno ed a tutte le associazioni impegnate a sostegno dei referendum e pubblicandolo sul sito, su facebook e sul blog dell'Associazione Culturale PARTECIPAZIONE) invitando tutti coloro che lo ricevono a girarlo a loro volta ed a stamparne 100 copie per distribuirle, agli inizi del mese di giugno, nel proprio caseggiato o nelle situazioni per loro facilmente raggiungibili.
Forse è un'illusione, ma riteniamo che potrebbe trattarsi di un piccolo significativo contributo utile per raggiungere, almeno in parte, quei cittadini dormienti, avulsi dai circuiti informativi citati, ma anche estranei ai comitati di affari che approfittano della loro "semplicità".
Se siete d'accordo, aiutateci nell'intento e cominciate a stampare il volantino ed a diffondere l'iniziativa.
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