Il 28 maggio u.s. il sottosegretario di Stato Melchiorre, a seguito del comportamento tenuto dal premier italiano in occasione dell'ultimo G8, ha rassegnato le dimissioni.
Non sono in grado di capire se il gesto della Melchiorre, ex sottosegretario ed ex magistrato, sia stato dettato da un alto senso di responsabilità istituzionale o da un meschino calcolo politico. Il filmato che ritrae il presidente del consiglio italiano al G8, però, temo che dimostri, inconfutabilmente, la fondatezza delle dichiarazioni rilasciate dalla moglie in occasione della separazione. Si tratta, purtroppo, di un uomo malato che va aiutato con una terapia adeguata. E' del tutto evidente che non possa più rappresentare, in nessuna sede, il Paese. La rabbia per la situazione nella quale l'Italia è stata precipitata, tuttavia, penso che debba essere indirizzata verso coloro che, per tornaconto personale, lo hanno sostenuto conferendogli credibilità. E' impossibile che quanti, in questi anni, gli sono stati vicini o sono stati suoi alleati politici, non si siano accorti del grave stato in cui versava. Il cinismo con il quale hanno sacrificato il Paese merita, questo sì, biasimo e condanna. Dobbiamo solo sperare che, nelle file di questa improponibile compagine di centrodestra, sia ancora presente qualcuno che, con un tempestivo scatto di responsabilità ed amor proprio, aiuti l'Italia in questa difficile urgente transizione.
Altrettanta (temeraria?) speranza dobbiamo riporla nel fatto che sia pronta un'affidabile alternativa di governo che sappia porre al primo posto dell'agenda politica gli interessi del Paese.
Non sarà facile, viste le precarie condizioni economiche e la diffusa sfiducia presenti in Italia, procedere alla necessaria ricostruzione degli equilibri istituzionali ed a porre in essere quei passi indispensabili per recuperare la credibilità internazionale. Il percorso, purtroppo, non potrà esser privo di sacrifici che, almeno questa volta (ed in futuro), dovranno essere equamente distribuiti. Se ci sono categorie in crisi, altre sono allo stremo e non possono sopportare oltre.
Ora, più che mai, dobbiamo chiamare tutti ad una PARTECIPAZIONE attenta e continuna affinchè si possa uscire, in tempi ragionevoli, dalla palude nella quale siamo impantanati e soprattutto, si pongano i presupposti per impedire che situazioni del genere possano ripetersi.
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