L'Ex Ministro degli Interni, ora, segretario nazionale della Lega Nord ha tuonato, in questi giorni, contro l'ipotesi di votare, prima delle elezioni politiche, per il rinnovo della Giunta Regionale della Lombardia. L'argomentazione è stata che, in tal modo, si sarebbero spesi 50 milioni di euro che potevano essere risparmiati votando in un solo giorno per politiche ed amministrative.
L'apparente ragionevolezza dell'affermazione, però, si scontra con il pulpito dalla quale proviene.
Il lodato (non si capisce per quali competenze speciali) ex ministro, infatti, era in carica quando il governo di cui faceva parte decise di farci votare in giorni diversi (sperando forse che i cittadini non si recassero a bocciare le determinazioni governative contro le quali erano state raccolte le firme per i famosi referendun) per le elezioni amministrative e per i quattro referendum (Acqua pubblica, ritorno al nucleare, etc.).
Il costo del voto fissato in date diverse fu, allora, quantificato in 300 milioni.
La Lega pensa di riacquistare una pur qualche "credibilità" giocando sulla distrazione e sulla scarsa memoria degli italiani (e dei Padani, in particolare?)
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