Qualche giorno fa ci è caduta addosso l’ennesima legge di stabilità che
di stabile sembra contenere la sola ricerca costante dell’impoverimento
collettivo. Dopo tutti i sacrifici richiesti (e ottenuti!) proprio per
scongiurare un incremento che avrebbe ulteriormente contratto i consumi, dal
prossimo mese di luglio aumenteranno le aliquote IVA del 10 e del 21%. Un
doppio aumento, quindi, che segue quello già avvenuto su quell’aliquota IVA che
era del 20% e gli innumerevoli balzelli su carburanti, casa, addizionali… Ma
almeno avremo una riduzione sull’IRPEF! Ma solo a partire dal 2013 (forse) e
dopo che, con effetto retroattivo già per il 2012, non avremo più la
possibilità di portare in deduzione e detrazioni la totalità di tutta una serie
di spese sostenute.
Finalmente possiamo parlare di equità? Un colpo al cerchio ed uno alla
botte? I colpi ci sono ma tutti rivolti ai più poveri. Chi ha (se lo ha) un
reddito minimo (pensionati, pseudo dipendenti con salari da fame) non godrà di
alcuna riduzione IRPEF perché le rispettive detrazioni assorbono di già tale
imposta, ma vedrà aumentare il costo di moltissimi beni, anche di prima
necessità. Tra coloro, invece, che potranno usufruire dello sconto fiscale ci
saranno sicuramente tanti evasori fiscali che continuano (e continueranno) a
dichiarare un reddito decisamente inferiore a quanto incassato. Resteranno poi a
pagare per tutti, i soliti lavoratori dipendenti per i quali qualcosa poteva
essere fatto, come l’aumento delle detrazioni per lavoro dipendente, magari
graduato in misura inversamente proporzionale al reddito percepito. Ma questa,
come altri interventi possibili, sarebbe stata un’oculata scelta da “tecnici” alla
ricerca di crescita, rigore ed equità; obiettivi pienamente disattesi e derisi
da questo governo.
1 commento:
Sono d'accordo con Robin, i saldi, per coloro che pagano regolarmente le tasse e per i più disagiati, non tornano.
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