mercoledì 9 novembre 2011

In merito al patto sociale

Qui non si tratta di chiedersi se mantenere in vita il Patto Sociale ma piuttosto di chiedersi che cosa fare per ripristinare i principi fondamentali di quel patto, tra cui principalmente il possesso della Sovranità da parte del popolo (Rousseau). Tale sovranità non è divisibile, neanche con il governo, che ha il compito di attuare le leggi; è stata violata ed è continuamente violata da governi che emanando disposizioni dannose per il popolo agiscono evidentemente in opposizione alla “volontà generale” che (sempre Rousseau) è espressione di tale sovranità.
Riprendiamoci dunque la nostra sovranità imponendo ai detentori del solo potere esecutivo l’attuazione di disposizioni veramente utili ed indispensabili per uscire dall’attuale crisi economica che rischia in breve di far collassare in modo irrevocabile la nostra economia.
La situazione è gravissima. Il rischio, come ormai sappiamo tutti, è che i nostri titoli di stato siano svenduti dai detentori ( il 44 % non Italiani) impauriti dalla possibilità che l’Italia vada in bancarotta e non riesca più a pagare il debito, obbligandoci così ad aumentare l’interesse per potere vendere, nelle aste, i titoli che saranno successivamente emessi per pagare gli interessi dei titoli in scadenza.
Ciò farebbe diminuire le risorse dello stato indispensabili per il mantenimento dei servizi, farebbe aumentare gli interessi chiesti dalle banche alle imprese o ai cittadini, renderebbe molto difficile stipulare un mutuo, avviare una nuova azienda o mantenere in vita quelle già esistenti diminuendo la capacità produttiva del Paese. Con la ripetizione di tale processo si entrerebbe in una terribile spirale che porterebbe in breve proprio alla bancarotta.
Non è affatto detto che le misure, così penalizzanti, in corso di approvazione da parte del governo siano sufficienti ad evitare il disastro, soprattutto per il motivo che, non incidendo tali misure sulla capacità produttiva del Paese, non garantiscono affatto i detentori dei titoli di stato ed i futuri possibili acquirenti dal rischio di insolvibilità.
Non ci vuole un genio per capire che l’acquisizione di risorse, da solo, garantisce solo per il breve periodo, mentre è la capacità produttiva che estende tale garanzia al lungo periodo.

Le misure da adottare devono essere incentrate su tre esigenze fondamentali:

1) reperire risorse per incrementare la produzione, così da consentire il mantenimento e l’incremento dei posti di lavoro, l’aumento delle entrate fiscali, l’incremento della domanda interna e delle esportazioni

2) introdurre misure capaci di aumentare la produzione (quali, solo per fare un esempio, dopo aver individuato le produzioni più suscettibili di miglioramento e di richiesta all’estero, l’investimento pubblico nella ricerca, da parte di centri universitari in associazione a gruppi di imprese e la riduzione fiscale per le imprese che investiranno in tal senso, contemporaneamente PORTANDO DAL 12,5 % AL 50 % la tassa sui proventi finanziari così da scoraggiare chi preferisce utilizzare in tal modo gli utili invece di destinarli all’investimento produttivo)

3) salvaguardare il benessere dei cittadini, la loro dignità, il loro lavoro


Sempre per fare un esempio, con riferimento al punto 1), si potrebbe pensare a:
-una riduzione della spesa corrente statale adottando, tra le tante proponibili, le seguenti misure (trascritte così come pensate e non in ordine di importanza):

1) abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ( o di qualsiasi rimborso elettorale)
2) abolizione di tutte le Province (non solo di quelle c.d. inutili!)
3) immediata revoca e messa all’asta di tutte le licenze demaniali pubbliche (ad es. spiagge..)
4) revoca di tutte le baby pensioni agli ex parlamentari o comunque ex operatori della politica
5) abolizione del finanziamento pubblico alla stampa quotidiana e settimanale
6) riforma organica della disciplina degli appalti pubblici, che dovranno essere gestiti da un ente centrale unico alla presenza di ufficiali della Guardia di Finanza e nuova disciplina sulla trasparenza dell’esecuzione dei lavori. Ciò eliminerebbe gli sprechi di tempo e di denaro nei lavori pubblici
7) soppressione di varie società partecipate
8) risoluzione dei contratti di locazione che gravano su Stato ed enti locali e ricorso all’acquisto degli immobili stessi (solo ove effettivamente utilizzati)
9) nuova disciplina delle sanzioni in caso di evasione fiscale con possibilità di chiudere l’esercizio o sospendere dall’esercizio della professione fino ad un massimo di 4 anni
10) creazione di un sistema di controlli fiscali continui e periodicamente obbligatori con agenti in borghese in studi privati ed esercizi commerciali con relativa pubblicizzazione del numero dei controlli effettuati nei periodi stabiliti
11) gestione diretta delle intercettazioni tramite l’acquisto dei macchinari da parte delle Procure
12) etc. etc.

Le misure che potrebbero essere adottate quindi sono molteplici e non difficili da individuare. E’ però indispensabile, di fronte all’estrema gravità di questo momento, RIAPPROPIARCI della nostra sovranità.
Quello che occorre pertanto è diffondere con ogni mezzo la proposta di costituire un gruppo di cittadini esperti che discutano e propongano tali misure . La via telematica è indispensabile (Guardate che cosa sono riusciti a fare in Islanda per via telematica !!!!!!!!!!).
Dopo la proposizione pubblica di tali misure occorre che il parlamento e il governo NE TENGANO CONTO !!!!
In caso contrario milioni di persone dovranno scendere in piazza per dimostrare la loro disapprovazione !
La piazza funziona quando è propositiva ! Riprendiamoci la nostra sovranità ! Decidiamo noi cosa fare! Occorre che venga fuori la nostra voce MA NON SOLO PER PROTESTARE, BENSI’ PER PROPORRE

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