Maria Luisa Agnese, sul "Corriere della Sera" del 17 agosto u.s., ha scritto, in proposito, che, pur usando toni apparentemente miti "le parole di Marrazzo possono suonare stonate: quasi una provocazione per tante donne -mogli, compagne, madri - che si vedono scavalcate e umiliate nel loro ruolo" o, peggio, come una minaccia nella quale sono avvertite che "se non son capaci loro di essere nutrici e vestali del riposo guerriero, l' uomo può cercare altrove."Colpisce in modo negativo" aggiunge Maria Luisa Agnese "che si esalti un' idea della donna - la donna-geisha - che non pone problemi e non interloquisce e per ciò stesso risulta rilassante. Meno impegnativa per l' uomo guerriero della donna-compagna con cui sostenere un rapporto dialettico". Conclude la giornalista "Anche se dice di amare le donne......e di amarle così tanto da cercarle anche nei trans.....non approfondisce mai il rapporto con loro: è più preoccupato di ribadire la propria identità di maschio, più preoccupato di dire ai maschi io sono uno di voi, anche in quella stanza ero uno di voi".
Le approfondite considerazioni della bravissima Maria Luisa Agnese, però, mi sembra che, più che ad un'analisi dei sentimenti, dei travagli, delle debolezze e delle incertezze di un uomo, intendano avere una funzione "didattica" per gli altri maschi fino a risultare, queste sì, minacciose. In sostanza, le ragioni della preferenza sessuale espressa dall'ex governatore del Lazio, poiché contrastano con un ruolo, sacrosantamente paritario delle donne, vengono indicate come dimostrazione di immaturità ed inadeguatezza. Perchè una donna è legittimata, nel rapporto di coppia, a cercare conforto (e coccole) e l'uomo che desidera comprensione, tenerezza e serenità deve essere condannato come un attentatore dell'emancipazione femminile? Perchè una donna "incompresa" è capita qualora cerchi ascolto ed attenzione fra le braccia di un diverso partner o di un'altra donna (più incline a capire) ed un uomo è (a priori) un essere che non sa apprezzare la fortuna che ha vicino?
Appare chiaro, peraltro, che il paragone rappresentato da Marrazzo trae origine dalla propria esperienza personale, nel senso che è fondato sulle frequentazioni avute nella sua vita, come è possibile confutarne la piena legittimità? Cosa sappiamo dei caratteri delle persone che lo hanno circondato? La sua esperienza, inoltre, quanto a generi sessuali è, senz'altro, più ricca ed articolata rispetto a quella che possiedono molti di noi. In base a quale presunta superiorità (della "normalità"?), allora, possiamo giudicarlo? Non è, probabilmente, questa rinnovata ed emancipata "normalità" che lo ha costretto a fare auting e, forse, a cercare delle giustificazioni ed a "circoscrivere" il comportamento tenuto negli eventi? Molti, sicuramente, concorderanno con le rassicuranti tesi della giornalista, ma il Troglodita si chiede se, ancora una volta, la paure che alcune condotte possano essere riprodotte dalla persone a noi vicine, non rischi di trascinare anche le menti più illuminate verso un nuovo conformistico e contraddittorio oscurantismo. Consapevole che molti ma, soprattutto, molte lettrici si sentiranno ferite o, quanto meno infastidite, dai dubbi espressi in questo articolo, il Troglodita, con gladiatorio "coraggio", invita: dopo questo "segnale....scatenate l'Inferno!".
Roma, 19 agosto 2011 Il Troglodita