Io ritengo però che il problema debba essere affrontato in modo diverso.
Partiamo da una considerazione storico-politica certamente ardita su cui sarebbe bene avviare un utile confronto. L'Italia non si è mai dotata di una struttura di governo corrispondente realmente ad una democrazia. La repubblica proclamata dopo la fine della monarchia nel 1946 certamente fu basata su di una validissima Costituzione ma di fatto produsse un sistema di governo che corrispose e corrisponde in tutto ad una oligarchia, l'oligarchia dei partiti, del tutto simile, nella sostanza, alle oligarchie aristocratiche o aristocratiche-mercantili che avevano dominato nei secoli gli stati costituenti l'Italia prima della sua unificazione. Sto chiaramente semplificando quando utilizzo gli aggettivi "aristocratiche e aristocratiche-mercantili" ma per questa volta tralasciamo l'approfondimento storico.
Ritengo che l'organizzazione interna, il funzionamento dei partiti e la gestione del potere dopo l'acquisizione delle cariche istituzionali corrispondenti alle funzioni legislativa ed esecutiva possano configurarsi come una oligarchia, cioè un governo esercitato da pochi. Se questi pochi fossero quelli scelti veramente e consapevolmente dal popolo chiaramente non sarebbe un'oligarchia. Si può parlare di oligarchia (ed è il nostro caso) quando questi pochi sono l'espressione di una minoranza che si appropria del potere in modo illegittimo.
Io dico che questa illegittimità viene nascosta dalle operazioni di voto, eseguite in modo legittimo, ma esiste ed è dimostrabile.
L'illegittimità infatti non è e non può essere formale ma è sostanziale. Risiede nella convinzione che il nostro popolo non si sia mai appropriato, pur potendolo (dopo la proclamazione della repubblica), del diritto e della facoltà di esprimere la propria volontà politica. Riflettiamo un attimo sul fatto che la volontà di un gruppo di individui possa esprimersi solo con
1. aggregazione; 2. confronto; 3. condivisione della forma espressiva dell'opinione comune
Il fatto è che il popolo Italiano fino ad ora non si è mai reso conto in pieno di tale abuso e di tale usurpazione. In questa “ingenuità” io ritengo che risieda l'illegittimità di cui sopra.
Ma da dove nasce questa “ingenuità” ? Nasce dal fatto che il nostro popolo non ha ancora preso piena coscienza dei propri diritti (e doveri) democratici, perchè da secoli abituato ad essere governato dall'alto, perchè non erede di una rivoluzione francese, perchè nella gloriosa (lo dico con orgoglio) temperie delle lotte per l'unificazione ha dovuto, per tanti motivi, preferire l'alternativa monarchica a quella mazziniana.
Ha poi subito la dittatura fascista......Ci vogliamo anche aggiungere l'analfabetismo (non solo Italiano) di inizio Novecento ?
Tante altre motivazioni di minor portata potremmo aggiungere, per giustificare quell'”ingenuità” ! MA ORA BASTA ! Ora non ci sono più giustificazioni. Ora il nostro popolo ha il dovere di appropriarsi, finalmente, del suo diritto a decidere il proprio destino e riscattarsi finalmente dalla soggezione ai partiti consolidati, che ancora oggi si mostrano sicuri della loro forza e del loro potere, non vergognosi dei disastri di cui sono responsabili .
Siamo un popolo maturo ed intelligente, non siamo bambini bisognosi di essere condotti per mano, di essere guidati da politici che sono o decisamente corrotti e disonesti oppure sono travolti dal sistema finalizzato solo alla conservazione del potere e non al bene del Paese, così da fagocitare tutte le eventuali buone qualità possedute dai singoli.
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