giovedì 15 dicembre 2011

Ancora innamorati di Monti?


Sono trascorsi una spicciolata di giorni dall’insediamento del nuovo governo tecnico nel nostro Paese ma già sembrano passati dei mesi. O, forse, sembra addirittura d’esser stati rispediti indietro nel tempo. Qualunque sia la vostra sensazione a questo riguardo non importa. Mi piacerebbe, invece, sapere se, ora che le carte sono state scoperte, vi sembra ancora che la “soluzione” Monti sia stata una buona idea. Pur di veder indietreggiare il precedente premier, in molti hanno abbracciato ad occhi semichiusi l’arrivo dell’uomo italiano più benvoluto in Europa. E quei rappresentanti politici che prima avrebbero certamente osteggiato, almeno a parole, tanti di quei provvedimenti che stanno per trasformarsi in legge dello Stato, ora li accolgono con fiducia. Ma dove sono i cambi di rotta e le novità in questa ennesima manovra? Se è vero che la fretta è una cattiva consigliera, è putroppo la fretta la scusante che il nuovo governo ha addotto per non aver avuto il tempo di incidere diversamente sulla popolazione italiana. E vogliamo parlare dello spread? Questo nuovo compagno delle nostre serate televisive, che sarebbe dovuto crollare assieme al precedente governo, è sempre lì vivo e vegeto, forse anche più arzillo di prima. Si salvi chi può. E chi può ha, ancora una volta, portato il malloppo oltre confine.

giovedì 17 novembre 2011

GERONTECNOCRAZIA


Abbiamo abdicato. Dopo qualche sparuto decennio di traballante democrazia incompiuta ci siamo arresi e abbiamo passato la mano ai “tecnici”. Sarà ora un nugolo di esperti a guidare, al posto del popolo sovrano, le scelte e le sorti del nostro Paese. Un colpo di stato silenzioso, con tanto di tappeto rosso srotolato sotto i piedi del nuovo potere. Ma si tratta veramente di un cambio di rotta capace di ribaltare le infelici vicissitudini in cui si è impantanata l’Italia? Quasi esilarante assistere ai generali commenti della classe politica che assicura i cittadini con frasi del tipo “Siamo in buone mani” o, addirittura, “Finalmente abbiamo delle personalità competenti”. Finalmente? Come se i membri dei precedenti governi italiani fossero caduti dal cielo e non selezionati e supportati da quegli stessi partiti o movimenti politici che plaudono alla “novità”! Le loro affermazioni equivalgono al riconoscimento della loro incompetenza e su questo non c’erano dubbi. Ma chi sono questi anziani signori verso i quali si spellano milioni di mani in un corale applauso di sostegno e riconoscimento? Non rappresentano e provengono proprio da quelle banche, da quella finanza, da quel pensiero dominante che sono alla base di questa crisi globale che ha investito e impoverito mezzo pianeta? Ebbene, i nostri parlamentari che non sono riusciti sinora ad accordarsi nel trovare una possibile via di uscita da questa crisi, sentono di poterlo fare ora scodinzolando dietro le indicazioni competenti di quei poteri e di quelle lobbies che per lo meno hanno contribuito a portarci al punto dove ora ci troviamo. Abbiamo consegnato le chiavi di casa nostra ai ladri chiedendo loro di salvaguardare quel che resta dei nostri risparmi. Siamo sicuri che questa è la scelta giusta?

martedì 15 novembre 2011

LA CRISI, I DUBBI, I PENSIERI E LE POCHE CERTEZZE

L’ex ministro Renato Brunetta ha dichiarato che, ora, si divertirà come un matto a vigilare che le misure da lui promosse abbiano un corretto seguito.L’unico dubbio è che si diverta.

La Lega Nord andrà all’opposizione. In questo modo tenterà, secondo quanto affermato dall’elegante segretario federale Umberto Bossi, di rifarsi una verginità.I cittadini del Nord stanno accarezzando l’idea di frequentare solo certificate prostitute.

Silvio Berlusconi ha affermato, con amarezza, di aver rassegnato le dimissioni per senso di responsabilità verso il Paese.
Se fosse stato portatore di tale dote, lo avrebbe, sicuramente, fatto molto prima.
Il sospetto è che l'autoconferita "generosità" sia stata motivata dalla consapevolezza che un comportamento diverso avrebbe comportato, in poche ore, l'implosione e la frantumazione del partito (PDL). Gli stessi che lo hanno sostenuto in qualsiasi frangente, pur di completare la legislatura ed assicurarsi il maturare del diritto alla pensione, infatti, preso atto dell'impossibilità di giungere, con tale governo, a fine mandato, lo avrebbero, a breve, "sfiduciato" qualora non avesse rassegnato le dimissioni.

Un partito forcaiolo (ricordiamo il cappio portato in Parlamento dall’esponente della Lega Speroni), rigorista e giustizialista avrà, forse, qualche difficoltà a far capire ai propri simpatizzanti:- l’ascesa politica meritocratica di Renzo Bossi;- l’elezione di Nicole Minetti a Consigliere nella Regione Lombardia;- le nomine interne al partito per (mancata) “acclamazione”;- le minacciate epurazioni di dissidenti (a cominciare dal sindaco di Verona);- che Ruby fosse la nipote di Mubarak;- l’approvazione di norme processuali ad personam che metteranno in circolazione molti delinquenti;- il pensionamento della moglie di Umberto Bossi a 39 anni di età;- la fallimentare gestione economica del Paese;- il fallimento in politica estera e l’isolamento internazionale dell’Italia;- la mancata semplificazione normativa;- il fallimento della politica anti-immigrazione;- l’aumento della pressione fiscale;- l’acquisto, da parte del governo di 131 cacciabombardieri;- le perdenti posizioni assunte sui referendum sul nucleare e sull’acqua pubblica;- l’incapacità totale e cronica dimostrata dai ministri leghisti;- le posizioni politiche pro-padronali assunte in occasione dei conflitti nelle fabbriche;- la difesa delle posizioni di qualche centinaio di allevatori (c.d. “cobas del latte”), contro le disposizioni
europee, che ha provocato il l’inflizione all’Italia, da parte dell’Unione Europea, di una mega-multa
di 5 miliardi di euro;
- le grottesche adunate para-celtiche;
- il fallimento della banca padana;
- l'occupazione partitica degli enti pubblici;- la paternità del "porcellum" che ha tolto ai cittadini il diritto di
scegliere i propri rappresentanti;- le dichiarazioni di Borghezio secondo le quali i terremotati abruzzesi sabbero "piagnoni" e di “vicinanza” allo
psicopatico che ha provocato un’efferata strage in Norvegia;
- le ripetute e sospette votazioni contrarie alle richieste di autorizzazione a procedere o di arresto formulate
dalla Magistratura a carico di parlamentari;- le accuse rivolte a “Roma” (al Palazzo) quando al governo (ed a Roma) hanno seduto, negli ultimi
interminabili anni, proprio loro godendo, peraltro, di una grande maggioranza.- i generosi contributi statali di cui ha goduto la scuola creata dalla moglie di Umberto Bossi;- la mancanza di una politica di messa in sicurezza dei territori (a cominciare da quelli del Nord Italia) e la
destinazione di investimenti presso inopportune faraoniche opere pubbliche;- il danno all’immagine internazionale del Paese dovuta alle intemperanze (esposizione del dito medio, insulti
ripetuti e minacce ai giornalisti, etc.) di improbabili ministri;- il mancato taglio dei costi della politica;- l’auto-attribuita ed infondata rappresentanza del Nord Italia (la Lega Nord rappresenta, attualmente, i suoi
soli elettori che costituiscono un’esigua minoranza dei cittadini residenti nelle Regioni del Nord della Penisola.)La lista sarebbe ancora lunga, ma, come direbbe il buon Antonio Lubrano, una domanda sorge spontanea: “c’è ancora qualcuno, al Nord, che avrebbe il coraggio di farsi governare daun tale impresentabile manipolo”?Credo che in questo momento, risultati alla mano, sia provato che il peggior dispetto che si potrebbe fare alle popolazioni settentrionali sarebbe quello di favorire la secessione abbandonandole al governo di simili incapaci.

giovedì 10 novembre 2011

Mario Monti, uno di loro


Abbiamo un nuovo senatore a vita “per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”. Nominato di gran corsa con l’auspicio presidenziale che tale investitura gli apra le porte verso la guida del prossimo governo, Mario Monti non può certo essere considerato un uomo nuovo. Protagonista italiano nell’Unione Europea di qualche anno fa, in troppi vedono in lui quella figura di alto prestigio internazionale che potrebbe placare, con la sua sola presenza, le voraci fauci di un mercato globale che insiste sulle debolezze del nostro debito sovrano. Un “tecnico” al quale sarebbero rimesse le sorti del nostro Paese, proprio nel momento in cui, più di altre volte, dovrebbero essere le scelte politiche a provare a riportare l’Italia sopra la linea di galleggiamento. Già nel passato i rappresentanti del popolo sovrano si sono affidati a “governi tecnici” per superare particolari periodi di difficoltà e i risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti. Se bastassero dei discreti ragionieri per far quadrare i conti del bilancio nazionale, ci saremmo già potuti recare all’uscita di qualche istituto tecnico commerciale per assumere, magari con un contratto a tempo, qualche neo-maturando in cerca d’una paghetta per poter uscire il sabato sera con gli amici o la fidanzata. Il problema, poi, non è il solo nostro debito pubblico, cresciuto per decenni a dismisura grazie al pressapochismo della nostra classe politica, ma l’intero sistema economico internazionale basato su una finanza sfrenata che punta al proprio costante arricchimento facendo il bello e il cattivo tempo sull’intero pianeta grazie ai termini “liberismo” e “neo-capitalismo” rilanciati costantemente come guida e panacea per una crescita infinita. Ed è proprio questa crescita, malamente misurata con un PIL che non tiene conto del benessere sociale e culturale dei popoli, ma del solo consumo che gli stessi sono in grado di sostenere, un altro soggetto che dovrebbe essere messo sotto accusa e profondamente riveduto. Ma il buon Monti è un uomo all’antica, ancorato ad una visione economica di inizio secolo. E non da ventunesimo, ma da ventesimo secolo. Con lui alla guida d’un nugolo di ministri più o meno riciclati possiamo esser certi che verseremo ancora “lacrime e sangue” per poi ritrovarci più poveri di prima e con un avvenire incerto e pieno di insidie.

mercoledì 9 novembre 2011

IL CONFLITTO DI INTERESSI

Ancora una volta, appare inequivocabile e gigantesco il paradossale conflitto di interessi che esiste fra gli interessi privati di Silvio Berlusconi e quelli, pubblici, dei cittadini italiani (paradossalmente "governati" dal medesimo dimissionando presidente del consiglio Silvio Berlusconi).
La sua permanenza quale capo del governo, infatti, favorisce l'andamento positivo (o limita quello negativo), in borsa, delle azioni di Mediaset ma determina, contemporaneamente, un'inarrestabile crescita del differenziale (spread) fra i titoli di Stato italiani (BPT) e quelli tedeschi (BUND) che sta provocando alla Comunità Nazionale ed alla credibilità del Paese, danni incalcolabili, mentre, viceversa, un suo rapido abbandono della guida del governo comporterà, certamente una caduta di Mediaset, ma anche un'allegerimento della difficile condizione economico-finanziaria dell'Italia.
In occasione delle elezioni, consideriamo bene la condizione nella quale ci troviamo e gli interessi ed i valori di cui siamo portatori e, al tempo stesso, quelli di cui sono portatori e propugnatori i diversi candidati.
Impariamo a scegliere bene, quando andiamo alle urne, quelli che dovranno, poi, essere, per un lungo quinquennio, i nostri rappresentanti.
Il Troglodita

In merito al patto sociale

Qui non si tratta di chiedersi se mantenere in vita il Patto Sociale ma piuttosto di chiedersi che cosa fare per ripristinare i principi fondamentali di quel patto, tra cui principalmente il possesso della Sovranità da parte del popolo (Rousseau). Tale sovranità non è divisibile, neanche con il governo, che ha il compito di attuare le leggi; è stata violata ed è continuamente violata da governi che emanando disposizioni dannose per il popolo agiscono evidentemente in opposizione alla “volontà generale” che (sempre Rousseau) è espressione di tale sovranità.
Riprendiamoci dunque la nostra sovranità imponendo ai detentori del solo potere esecutivo l’attuazione di disposizioni veramente utili ed indispensabili per uscire dall’attuale crisi economica che rischia in breve di far collassare in modo irrevocabile la nostra economia.
La situazione è gravissima. Il rischio, come ormai sappiamo tutti, è che i nostri titoli di stato siano svenduti dai detentori ( il 44 % non Italiani) impauriti dalla possibilità che l’Italia vada in bancarotta e non riesca più a pagare il debito, obbligandoci così ad aumentare l’interesse per potere vendere, nelle aste, i titoli che saranno successivamente emessi per pagare gli interessi dei titoli in scadenza.
Ciò farebbe diminuire le risorse dello stato indispensabili per il mantenimento dei servizi, farebbe aumentare gli interessi chiesti dalle banche alle imprese o ai cittadini, renderebbe molto difficile stipulare un mutuo, avviare una nuova azienda o mantenere in vita quelle già esistenti diminuendo la capacità produttiva del Paese. Con la ripetizione di tale processo si entrerebbe in una terribile spirale che porterebbe in breve proprio alla bancarotta.
Non è affatto detto che le misure, così penalizzanti, in corso di approvazione da parte del governo siano sufficienti ad evitare il disastro, soprattutto per il motivo che, non incidendo tali misure sulla capacità produttiva del Paese, non garantiscono affatto i detentori dei titoli di stato ed i futuri possibili acquirenti dal rischio di insolvibilità.
Non ci vuole un genio per capire che l’acquisizione di risorse, da solo, garantisce solo per il breve periodo, mentre è la capacità produttiva che estende tale garanzia al lungo periodo.

Le misure da adottare devono essere incentrate su tre esigenze fondamentali:

1) reperire risorse per incrementare la produzione, così da consentire il mantenimento e l’incremento dei posti di lavoro, l’aumento delle entrate fiscali, l’incremento della domanda interna e delle esportazioni

2) introdurre misure capaci di aumentare la produzione (quali, solo per fare un esempio, dopo aver individuato le produzioni più suscettibili di miglioramento e di richiesta all’estero, l’investimento pubblico nella ricerca, da parte di centri universitari in associazione a gruppi di imprese e la riduzione fiscale per le imprese che investiranno in tal senso, contemporaneamente PORTANDO DAL 12,5 % AL 50 % la tassa sui proventi finanziari così da scoraggiare chi preferisce utilizzare in tal modo gli utili invece di destinarli all’investimento produttivo)

3) salvaguardare il benessere dei cittadini, la loro dignità, il loro lavoro


Sempre per fare un esempio, con riferimento al punto 1), si potrebbe pensare a:
-una riduzione della spesa corrente statale adottando, tra le tante proponibili, le seguenti misure (trascritte così come pensate e non in ordine di importanza):

1) abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ( o di qualsiasi rimborso elettorale)
2) abolizione di tutte le Province (non solo di quelle c.d. inutili!)
3) immediata revoca e messa all’asta di tutte le licenze demaniali pubbliche (ad es. spiagge..)
4) revoca di tutte le baby pensioni agli ex parlamentari o comunque ex operatori della politica
5) abolizione del finanziamento pubblico alla stampa quotidiana e settimanale
6) riforma organica della disciplina degli appalti pubblici, che dovranno essere gestiti da un ente centrale unico alla presenza di ufficiali della Guardia di Finanza e nuova disciplina sulla trasparenza dell’esecuzione dei lavori. Ciò eliminerebbe gli sprechi di tempo e di denaro nei lavori pubblici
7) soppressione di varie società partecipate
8) risoluzione dei contratti di locazione che gravano su Stato ed enti locali e ricorso all’acquisto degli immobili stessi (solo ove effettivamente utilizzati)
9) nuova disciplina delle sanzioni in caso di evasione fiscale con possibilità di chiudere l’esercizio o sospendere dall’esercizio della professione fino ad un massimo di 4 anni
10) creazione di un sistema di controlli fiscali continui e periodicamente obbligatori con agenti in borghese in studi privati ed esercizi commerciali con relativa pubblicizzazione del numero dei controlli effettuati nei periodi stabiliti
11) gestione diretta delle intercettazioni tramite l’acquisto dei macchinari da parte delle Procure
12) etc. etc.

Le misure che potrebbero essere adottate quindi sono molteplici e non difficili da individuare. E’ però indispensabile, di fronte all’estrema gravità di questo momento, RIAPPROPIARCI della nostra sovranità.
Quello che occorre pertanto è diffondere con ogni mezzo la proposta di costituire un gruppo di cittadini esperti che discutano e propongano tali misure . La via telematica è indispensabile (Guardate che cosa sono riusciti a fare in Islanda per via telematica !!!!!!!!!!).
Dopo la proposizione pubblica di tali misure occorre che il parlamento e il governo NE TENGANO CONTO !!!!
In caso contrario milioni di persone dovranno scendere in piazza per dimostrare la loro disapprovazione !
La piazza funziona quando è propositiva ! Riprendiamoci la nostra sovranità ! Decidiamo noi cosa fare! Occorre che venga fuori la nostra voce MA NON SOLO PER PROTESTARE, BENSI’ PER PROPORRE

mercoledì 2 novembre 2011

NO ALLE TENTAZIONI DELL’ASTENSIONISMO E DEL DISIMPEGNO

La crisi finanziaria ed economica che attanaglia il mondo e, in particolare, l’Europa ed il nostro Paese sta generando una parziale risposta sbagliata.
Di fronte al precipitare della situazione, il senso di impotenza e l’attesa dell’ineluttabile diventano la miscela letale che può aggravare irreparabilmente la malattia.
La tentazione è quella di “vendicarsi” pensando che nel vortice affonderanno anche i responsabili del disastro.
Nel caso specifico, però, la congiunzione “anche”, che permette di aggiungere i responsabili alle vittime, non deve svolgere un ruolo fuorviante.
La crisi deve “pagarla” chi l’ha provocata per egoismo ed incapacità.
Il rischio, invece, è che, proprio grazie al disimpegno, a subirne le nefaste conseguenze (e quindi a pagarla) siano coloro che hanno la sola responsabilità, sebbene non poco grave, di non aver vigilato.
Le democrazie, garantendo gli strumenti della partecipazione alla vita politica, consentono l’esercizio di un controllo assiduo.
La degenerazione, però, giunge inesorabile non appena si riduce, anche per un brevissimo periodo, l’attenzione e si concedono fiducia deleghe in bianco.
Immediatamente inizia l’attacco agli strumenti di verifica e si riducono i poteri di controllo della moltitudine distratta.
In breve, i naturali controllori della gestione della cosa pubblica (gli amministrati) diventano i meramente “informati” e, subito dopo, i sistematicamente disinformati o, peggio, i male-informati.
Una “manciatina” ancora di “disinteresse” o “distrazione” ed ogni abuso diventa possibile, anzi, “legittimo”.
In poche parole, chi mira alla sopraffazione altrui è molto concentrato ed approfitta degli altri che, comprensibilmente impegnati a fronteggiare molteplici problemi e desiderosi di trascorrere alcuni istanti della propria vita in modo decente, si dedicano al proprio privato trascurando la dimensione pubblica (qualcuno ricorda il c.d. “riflusso”?)
Quando l’ingordigia dell’egoismo sociale giunge a divorare gli organismi che l’alimentano, però, si innesta un inevitabile cortocircuito che, in ragione dei tempi di risposta delle popolazioni, può essere di breve o lunga durata e prodigo di sofferenze relative.
La reazione al cortocircuito odierno, quindi, è preferibile che sia immediata.
Non si tratta di dar rapido seguito ai ripetitivi, egoistici ed improduttivi impegni assunti dai protagonisti della crisi, ma di attivarsi per ritornare ad essere gli artefici del proprio destino.
Il referendum che chiamerà i cittadini greci a rispondere sull’accettazione di “aiuti” europei e sulla conseguente assunzione di impegni da parte della Comunità ellenica è un’iniziativa interessante.
Le popolazioni potrebbero ritornare a decidere collettivamente ed in maniera partecipata e diretta il proprio futuro.
L’irritazione degli Stati dominanti nell’Unione europea e lo sconcerto di altri potenti soggetti internazionali (di fronte alla mancata immediata “accettazione di aiuti” da parte della “Grecia”) è eloquente.
E’ necessario ridisegnare i rapporti intersoggettivi all’interno degli Stati e nella Comunità internazionale.
E’ imprescindibile la riscoperta della solidarietà quale matrice comune per la costruzione di un nuovo Mondo che faccia della persona umana e della sua dignità l’insostituibile perno.
Quello “organizzato” finora non è “il migliore dei mondi possibili” né l’unico configurabile.
PARTECIPIAMO, con entusiasmo e fiducia, alla ricostruzione del Pianeta, “realizziamo” uniti l’”Utopia”.
Il Troglodita

venerdì 28 ottobre 2011

QUALE RAGIONE ESISTE PER CONSERVARE IL PATTO SOCIALE SUL QUALE E’ FONDATO LO STATO?

Attraverso un becero gioco delle parti si è arrivati all’attacco finale nei confronti dei lavoratori dipendenti, degli artigiani e dei piccoli imprenditori.
Nella “letterina” presentata a Bruxelles da Silvio Berlusconi, infatti, sono presenti le armi letali da usare contro i diritti faticosamente conquistati dai lavoratori nell’Italia post-fascista.
Con un documento non approvato dal Parlamento né esaminato preventivamente dal Presidente della Repubblica (e nemmeno firmato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze), il presidente del consiglio, il ministro delle riforme ed il ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, coadiuvati da qualche altro brillante esponente della cannibale intellighenzia italiana, hanno impegnato la stragrande maggioranza dei cittadini, sprofondati ormai nel disagio, a pagare il colossale debito accumulato negli anni (l’attuale coalizione di governo, comunque, ha guidato il Paese per nove degli ultimi undici anni e Confindustria, Confcommercio e sindacati confederali vari hanno “concertato”, nello stesso periodo, più o meno su tutto).
“Abbiamo” vissuto al di sopra delle possibilità” pontificano alcuni.
Ancora una volta suona improprio questo uso della prima persona plurale del presente del verbo avere.
La costante perdita del potere di acquisto dei redditi di lavoratori dipendenti e degli artigiani, negli ultimi 25 anni, è la risposta che non necessita di precisazioni (qualcuno ricorda quando si sosteneva che tutto il problema era rappresentato dalla c.d. “scala mobile”?).
In uno Stato devastato dal precariato - diffuso attraverso la metodica introduzione di una malintesa flessibilità - hanno deciso che è necessario, per “la stabilità” (di chi?), eliminare i diritti dei lavoratori.
I nuovi schiavi saranno consegnati, inermi, allo strapotere dei datori di lavoro.
L’abrogazione e dell’articolo 18 della L. 300 del 1970 (c.d. Statuto dei Lavoratori) e, come sembra, dell’articolo 1 della L. 604 del 1966 avranno questo effetto.
In una società nella quale si invocano le regole per disciplinare anche l’intimità delle persone, si vuole attuare una deregulation selvaggia che inciderà su un fattore determinante per la loro stessa sopravvivenza.
Non una riga è contenuta nel documento di Bruxelles a proposito di imposizioni patrimoniali o tassazioni di rendite. Dove sono, poi, i tagli ai “mestieranti della politica” e la lotta all’evasione fiscale?
Si parla, nel preambolo, di un’Italia che ha sempre rispettato gli impegni assunti; peccato non venga chiarito che coloro i quali, da anni, realizzano i profitti e godono di privilegi sono altri rispetto a coloro che li pagano ed a cui è addossato il peso dei sacrifici.
Esistono italiani diversi in dipendenza delle occasioni e delle circostanze.
Chi, da sempre, garantisce i servizi, anche ai “furbi”, è, ancora una volta, depredato del reddito, dei diritti e della dignità.
Molteplici le responsabilità e le complicità in questo disastro.
Il governo attualmente in carica ha ostentato una posizione di neutralità nel conflitto (la conflittualità di interessi che deve essere composta nei contratti è connaturata a questi ultimi e quando una delle parti mira a restringere i diritti legati alla dignità di condizione dell’altra assume i connotati della barbarie) fra imprenditori e lavoratori facendo venire meno quella funzione di sostegno, per la parte naturalmente più debole, che era necessario a garantire un equilibrio di posizioni; i sindacati confederali si sono preoccupati di garantirsi la gestione dei fondi pensione più che di salvaguardare gli interessi dei “rappresentati”.
In proposito, Raffaele Bonanni (CISL), Luigi Angeletti (UIL) e Susanna Camusso (CGIL) farebbero cosa gradita se rassegnassero le dimissioni. I primi due per aver, celatamente (ma non troppo), supportato questo governo liberticida ed affamatore, salvo poi abbaiare alla luna con minacce donchisciottesche e la terza per aver sottoscritto (ma aveva il mandato del sindacato per farlo?) con una “classe dirigente” palesemente inadeguata, inaffidabile e rapace, un documento insidioso e generico.
Puntuali come una condanna, peraltro, arrivano le dichiarazioni, di cui non sentivamo alcuna mancanza, dell’ineffabile prof. Pietro Ichino che, dal suo universo virtuale, ci spiega che il licenziamento per “motivi economici” non deve essere un tabù e che tutto dipenderà da come sarà realizzato.
Tuonano le stesse trombe che hanno aperto il trionfale ingresso alla disastrosa “flessibilità”.
Qualcuno, peraltro, ricorda Sergio Cofferati quando affermava che l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori era un caposaldo del diritto alla dignità dell’uomo tranne, poi, invitare i cittadini a disertare il referendum che intendeva estenderlo ai lavoratori dipendenti da imprese che occupano meno di 15 dipendenti?
Hanno accusato spesso chi difendeva i diritti di miope conservazione mentre loro, arroganti innovatori del nulla e progressisti del privilegio, erano proiettati verso il futuro.
Risultato: stanno per restaurare un sistema vigente all’inizio del ‘900, all’era della prima industrializzazione.
Hanno combattuto l’”assistenzialismo” alle famiglie ed ai disagiati e lo hanno generosamente garantito alle “imprese”. Quante le sovvenzioni a fondo perduto? Quante le “dismissioni” (svendite) di patrimonio pubblico a favore di improbabili cordate di imprenditori nazionali?
Hanno invocato la panacea della rivoluzione liberale e dopo aver distrutto i servizi pubblici, il tessuto sociale e morale del Paese, svuotato le casse Statali e degli Enti, abbattuto i diritti dei cittadini, vengono a raccontare che il problema risiede nel fatto che, nonostante le enormi risorse assorbite, non è stata ancora realizzata.
Il problema? “Sono i falsi invalidi oppure, a scelta, i dipendenti pubblici……”
Per richiamare le enormi responsabilità che gravano sulle spalle dell’attuale governo e della classe dirigente che occupa il potere nel Paese, ormai anche in barba all’evidente dissenso popolare, non basterebbero centinaia di pagine.
E’ opportuno, per questo, sottoporre ai pazienti lettori una sola domanda: “per quale motivo la stragrande parte della popolazione italiana, vittima di precarietà e disagi insostenibili, dovrebbe continuare a mantenere in vita il “patto sociale” che è alla base di ogni società civile ma che, in questa  situazione, garantisce solo privilegi ai ricchi?”
E’ improcrastinabile l’esigenza di imbracciare, compatti, i “forconi” (metaforici!).
Iniziamo a diffondere, traendoli dai resoconti parlamentari, i nomi di coloro che voteranno a favore delle misure contenute nella devastante “letterina” ed invitiamo le vittime di questi consueti predoni ad astenersi dal votarli nuovamente ed a contestarli apertamente in qualsiasi occasione di incontro.
Spieghiamo ai disinformati, in ogni occasione, che le loro difficoltà non sono frutto del fato avverso ma di aggressive scelte egoiste.
Asteniamoci dall’acquistare i prodotti ed i servizi, di qualsiasi genere, da soggetti individuali o collettivi che sostengano, con qualsiasi modalità, i provvedimenti adottandi o altre misure capaci di negare, oggettivamente, i diritti e la dignità dei lavoratori, dei disoccupati e, più in generale, della persona umana.
Acquistiamo, fino a quando non saranno modificati gli impegni con l’Europa, solo quanto è strettamente necessario alla nostra sopravvivenza.
“Imponiamo”, a tutte le forze sindacali nazionali, la ricerca, immediata, di linee comuni di azione con le altre compagini europee ed internazionali per sostituire il profitto, attuale centro della politica della produzione e del lavoro mondiale, con la dignità ed il rispetto della persona umana.
Usiamo, soprattutto, la fantasia di cui siamo capaci e che non riusciranno mai a sottrarci per combattere, senza tregua, l’ingiustizia e per costruire un Paese ed un Mondo migliori.

domenica 16 ottobre 2011

Per una volta sono d'accordo con Nicola Porro

Ieri sera (15 ottobre 2011) ho ascoltato, alla trasmissione "In Onda" sulla 7, un intervento del giornalista di "Libero" Nicola Porro. Nel commentare i gravi avvenimenti di Roma, ha sostenuto che una responsabilità vada individuata anche nei toni che il dibattito politico ha assunto in Italia.
Per una volta, mi devo dichiarare d'accordo con lui.
Ho ricordato, infatti, l'evocazione della "guerra civile" e le accuse di "criminalità" rivolte ad alcuni Magistrati italiani da parte del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e credo che il giornalistà di "Libero" abbia peccato solo di intempestività.
L'esempio proveniente da una delle maggiori cariche dello Stato ha, senz'altro, maggiore impatto mediatico rispetto a quello che possono avere altri soggetti. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che in tali pericolose "cadute di stile" il "premier" italiano è in buona compagnia.
Gli insulti rivolti ai lavoratori precari, che pur non guadagnando decine di migliaia di euro mensili non ritengono che per sparare i "neutrini" si necessario scavare un tunnel da Ginevra al Gran Sasso (attribuendosene, peraltro, parte del merito), dal ministro Renato Brunetta o il dito medio mostrato ripetutamente dal ministro per le riforme della Repubblica Italiana Umberto Bossi non contribuiscono certo a rasserenare gli animi e ad indirizzare la dialettica politica su binari più consoni.

venerdì 19 agosto 2011

Carta vetrata sull'illuminato "conformismo"

L'ex Governatore della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha dichiarato, in un'intervista rilasciata a "La Repubblica", che i transessuali «Sono una presenza accogliente che non giudica. I transessuali sono donne all' ennesima potenza, esercitano una capacità di accudimento straordinaria. Mi sono avvicinato per questo a loro, cercavo un sollievo legato alla loro femminilità. È il loro comportamento, non la loro fisicità, quello che le rende desiderabili».
Maria Luisa Agnese, sul "Corriere della Sera" del 17 agosto u.s., ha scritto, in proposito, che, pur usando toni apparentemente miti "le parole di Marrazzo possono suonare stonate: quasi una provocazione per tante donne -mogli, compagne, madri - che si vedono scavalcate e umiliate nel loro ruolo" o, peggio, come una minaccia nella quale sono avvertite che "se non son capaci loro di essere nutrici e vestali del riposo guerriero, l' uomo può cercare altrove."Colpisce in modo negativo" aggiunge Maria Luisa Agnese "che si esalti un' idea della donna - la donna-geisha - che non pone problemi e non interloquisce e per ciò stesso risulta rilassante. Meno impegnativa per l' uomo guerriero della donna-compagna con cui sostenere un rapporto dialettico". Conclude la giornalista "Anche se dice di amare le donne......e di amarle così tanto da cercarle anche nei trans.....non approfondisce mai il rapporto con loro: è più preoccupato di ribadire la propria identità di maschio, più preoccupato di dire ai maschi io sono uno di voi, anche in quella stanza ero uno di voi".
Le approfondite considerazioni della bravissima Maria Luisa Agnese, però, mi sembra che, più che ad un'analisi dei sentimenti, dei travagli, delle debolezze e delle incertezze di un uomo, intendano avere una funzione "didattica" per gli altri maschi fino a risultare, queste sì, minacciose. In sostanza, le ragioni della preferenza sessuale espressa dall'ex governatore del Lazio, poiché contrastano con un ruolo, sacrosantamente paritario delle donne, vengono indicate come dimostrazione di immaturità ed inadeguatezza. Perchè una donna è legittimata, nel rapporto di coppia, a cercare conforto (e coccole) e l'uomo che desidera comprensione, tenerezza e serenità deve essere condannato come un attentatore dell'emancipazione femminile? Perchè una donna "incompresa" è capita qualora cerchi ascolto ed attenzione fra le braccia di un diverso partner o di un'altra donna (più incline a capire) ed un uomo è (a priori) un essere che non sa apprezzare la fortuna che ha vicino?
Appare chiaro, peraltro, che il paragone rappresentato da Marrazzo trae origine dalla propria esperienza personale, nel senso che è fondato sulle frequentazioni avute nella sua vita, come è possibile confutarne la piena legittimità? Cosa sappiamo dei caratteri delle persone che lo hanno circondato? La sua esperienza, inoltre, quanto a generi sessuali è, senz'altro, più ricca ed articolata rispetto a quella che possiedono molti di noi. In base a quale presunta superiorità (della "normalità"?), allora, possiamo giudicarlo? Non è, probabilmente, questa rinnovata ed emancipata "normalità" che lo ha costretto a fare auting e, forse, a cercare delle giustificazioni ed a "circoscrivere" il comportamento tenuto negli eventi? Molti, sicuramente, concorderanno con le rassicuranti tesi della giornalista, ma il Troglodita si chiede se, ancora una volta, la paure che alcune condotte possano essere riprodotte dalla persone a noi vicine, non rischi di trascinare anche le menti più illuminate verso un nuovo conformistico e contraddittorio oscurantismo. Consapevole che molti ma, soprattutto, molte lettrici si sentiranno ferite o, quanto meno infastidite, dai dubbi espressi in questo articolo, il Troglodita, con gladiatorio "coraggio", invita: dopo questo "segnale....scatenate l'Inferno!".
Roma, 19 agosto 2011 Il Troglodita

mercoledì 17 agosto 2011

L'On.le Prof. Antonio Martino e la Marcia su Roma

L'On.le Prof. Antonio Martino minaccia la marcia su Roma se la manovra messa a punto dal governo dovesse essere approvata senza modifiche.
Il disappunto del parlamentare è motivato dal fatto che il nostro Paese avrebbe bisogno di riforme e non di manovre, come quella messa a punto dal "socialista" Giulio Tremonti, che tartassano i contribuenti (facoltosi?). Il timore del prof. Martino è che, a causa della debolezza interna dell'euro e della sua contemporanea forza esterna, la manovra possa avere effetti depressivi sull'esausta economia. Le riforme, invocate dall'ex Ministro della Difesa, perciò, dovrebbero servire a recuperare dalle pensioni e dal welfare i milioni di euro che sono stati "bruciati" dalla speculazione finanziaria internazionale. Probabilmente, il brillante economista ha riconsiderato le valutazioni espresse quando ricopriva la carica di ministro nel precedente governo Berlusconi ed ha scoperto che una famiglia composta da quattro persone può, attualmente, vivere anche con molto meno di mille euro al mese. Eh già, la c.d. "tassa di solidarietà" provocherebbe, certamente, una contrazione dei consumi interni (senza considerare i capitali che sono già approdati alle cassette di sicurezza in Svizzera), mentre sui beni di prima necessità non si dovrebbe avvertire alcuna riduzione sensibile (tutto al più qualcuno mangerà a giorni alterni, anziché tutti i giorni, a spesa invariata). Peccato che la libertà (di cui si erge paladino) venga intaccata solo quando attraverso la tassazione si incide sui ricchi (o facoltosi benestanti) e non anche quando attraverso contrattazioni collettive capestro od a licenziamenti (ad esempio) si spingono le persone addirittura a togliersi la vita.
Dall'America, almeno, arrivano, da insigni autentici liberali, lezioni di dignità. Warren Buffet ha, infatti, riconosciuto "I nostri leader ci hanno chiesto sacrifici condivisi...ma hanno risparmiato me ed i miei amici.....La middle-class stenta ad arrivare a fine mese.......noi continuiamo a goderci i nostri sgravi fiscali straordinari".
In Italia, al contrario, i liberisti (paladini della libertà....la loro!) attaccano lo "Statuto dei Lavoratori" (L. 20 maggio 1970, n. 300) che tutela la "libertà" e la "dignità" dei lavoratori (quelli che, in questo Paese, non contano).
"Il prof. Martino, inoltre, ha accusato (da liberista spinto) Tremonti, Brunetta, Sacconi, Frattini e Cicchitto di essere socialisti (Pertini, Nenni, Lombardi si gireranno nella Tomba?) e statalisti e di perseguire politiche nefaste per il Paese.
Attento alle tesi dell'On.le Martino, ma da ignorante, sprovveduto e primitivo, quale é, il Troglodita non riesce, però, a spiegarsi un fenomeno che si ripete da anni: l'affermarsi dell'economia (già seconda nel mondo) centralizzata cinese (gli indirizzi economici della produzione sono gestiti dal PCC).

venerdì 12 agosto 2011

L’insostenibile leggerezza del debito

Ferragosto, tempo di vacanze. Chi avrebbe immaginato che a ridosso della più classica delle festività estive saremmo stati qui ad aspettare un urgente decreto del Governo che anticipi, aggiornandolo, un precedente atto che ha poche settimane di vita?! Eppure, anziché essere immersi nel cruciverba della Settimana Enigmistica o nella lettura dell’ultima edizione della Gazzetta dello Sport, siamo un po’ tutti in attesa di conoscere se e quanto saremo direttamente colpiti dall’ennesimo tentativo di rafforzare la credibilità del nostro Paese davanti ai mercati. Sì, perché il 150° anniversario dell’unità d’Italia non ha certo fatto accrescere in noi il senso di appartenenza ad una comunità: qui siamo tutti speranzosi che la mannaia di tagli e tasse centri il nostro vicino evitandoci d’un soffio, ma difficilmente andrà così. La caccia ai colpevoli si rivelerà ancora una volta infruttuosa - e comunque non risolverebbe il dramma economico di cui l’Italia è protagonista – e le nuove norme scontenteranno tutti, mercati compresi. Se il comune cittadino ha le idee poco chiare su cosa sta accadendo, purtroppo a Palazzo le menti non sono maggiormente illuminate. I nostri rappresentanti, infatti, dopo alcuni tentativi infruttuosi, ora sembrano ridotti a dover assorbire la ricetta della Banca Europea. Aldilà dei soliti ingredienti “consigliati” da Bruxelles e che non hanno poi sortito effetti miracolosi su Grecia e Portogallo, dovrebbe per lo meno far riflettere il fatto che i governanti stanno riducendo la loro funzione a quella d’una sorta di monaci amanuensi che, pergamena alla mano, riportano ai posteri, dottrine e dogmi tramandati dalla sapienza mitteleuropea.
Di certo c’è che il nostro Paese ha vissuto per molti anni aldilà delle proprie possibilità, spendendo - male - molto più di ciò che ricavava e continuando a rinviare la restituzione d’un debito che continuava addirittura a crescere. Ora i nostri creditori cercano di girare ad altri le nostre cambiali mentre noi incontriamo difficoltà ad emetterne altre. Questo è il libero mercato. Soluzioni? Come risponderebbe il sottosegretario all’Economia: “Io non me ne intendo”. E andiamo avanti così. Buon Ferragosto a tutti.

lunedì 8 agosto 2011

Così parlò Umberto Bossi - 8 agosto 2011

La Regione Sardegna sembra che abbia perso, nei primi mesi della stagione estiva, circa 500.000 turisti. La scellerata gestione della vicenda "Tirrenia", che ha indotto perfino il Presidente della Regione a dimettersi dal PDL è, certamente, alla base del disastro.
Napoli è stata fortemente ostacolata nella soluzione del problema dello smaltimento dei rifiuti dall'opposizione della Lega Nord a varare un provvedimento che autorizzasse, nel momento di grave emergenza, una parziale distribuzione della spazzatura accumulata nelle vie nelle altre Regioni italiane.
In compenso, dopo aver provocato alle esauste casse statali, insieme al PDL, due inutili esborsi 300.000.000 di euro circa per posticipare il voto referendario ed un altra bella somma per pagare, all'Europa, le sanzioni applicate all'Italia per la vicenda delle c.d. quote latte, il ministro Umberto Bossi, sistemata la famiglia, ha promosso, nel bel mezzo di una spaventosa crisi finanziaria (nella quale è rimasto del tutto defilato), l'apertura delle sedi distaccate di alcuni Ministeri a Monza ed il varo del Giro della Padania (di ciclismo).
Questa mattina, però, ha sentenziato "la BCE sta facendo bene". Acquisito l'autorevole illuminato parere, possiamo sentirci, finalmente, sollevati e tranquilli.
C'é ancora qualcuno che nutra meraviglia nel constatare il precipitare dell'Italia?
C'é ancora qualcuno che si chieda come mai i leader degli altri Paesi europei abbiano deciso di commissariarci e come mai solo dopo il loro intervento la Borsa di Milano sia timidamente in ripresa ed il differenziale fra i BTP ed i Bund tedeschi in calo?

giovedì 4 agosto 2011

4 agosto 2011 - Buongiorno Italia

Buongiorno Italia.


Questa mattina ci svegliamo con due belle notizie:



  • i deputati della Camera, forse per il disappunto ed il risentimento ingenerati tra i cittadini, forse per un, seppur minimo, recuperato senso del pudore, hanno deciso di anticipare od annullare il pellegrinaggio in Terra Santa previsto per la seconda settimana di Settembre e di ritornare a lavorare da martedì 6 settembre (i senatori riprenderanno il giorno successivo). Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, alla luce della delicata situazione che sta vivendo il nostro Paese, ha, peraltro, dichiarato che, se necessario, convocherà i deputati anche a Ferragosto;


  • il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, si è finalmente accorto che l'Italia sta vivendo un momento di crisi (giuro di aver sentito che diceva di non volerla nascondere).

Esauriti i motivi di "euforia", confesso di essere rimasto alquanto sorpreso, ieri pomeriggio, nell'ascoltare l'intervento del presidente del consiglio alla Camera dei Deputati. In sintesi, Silvio Berlusconi ha spiegato che siamo un Paese che scoppia di salute. I risparmi delle famiglie sono alti, le banche sono salde ed i conti pubblici in ordine. I motivi di preoccupazione sono da attribuire al fatto che gli investitori stranieri e le agenzie di rating non ne siano consapevoli e non abbiano capito quanto di buono è stato fatto dai suoi governi (che hanno occupato otto degli ultimi dieci anni di legislatura). Fortunatamente, mi sembra di non aver sentito, questa volta, alcun riferimento al "pessimismo" dell'opposizione. A quest'ultima, anzi, si chiede una collaborazione che deve concretarsi, però, nel fare proposte e nell'attendere, fiduciosa, che il governo le vagli e decida se ed in quale misura accoglierle senza, in ogni caso, attuare alcuna forma di ostruzione. Fra le riforme di maggior rilievo messe in campo dal governo per superare la crisi, ha citato quelle in materia di giustizia (SIC!). Alle "parti sociali", poi, chiederà di stringere un patto di collaborazione che dovrebbe portare, tra l'altro, alla trasformazione dello "Statuto dei Lavoratori" in "Statuto dei Lavori". Un taglio sarà effettuato sulle "auto blu" a disposizione dei soggetti politici, la riduzione del 50% dei parlamentari sarà operativa dalla prossima Legislatura e ci sarà un riordino organizzativo graduale delle Province. Forse la dilagante corruzione, la mancanza di competitività sui mercati, il terzo debito pubblico del Mondo, la mancata crescita del Paese negli ultimi dieci anni, la crisi del sistema giudiziario ed il conflitto continuo con l'esecutivo, la mancanza di credibilità all'estero, la precarizzazione di un paio, almeno, di generazioni, l'approvazione di "manovra", iniqua (tagli alle detrazioni per i figli, al recupero del 19% degli interessi passivi pagati sui mutui per l'acquisto della prima casa ed al recupero parziale delle spese per le ristrutturazioni dell'abitazione, per esempio) il cui peso maggiore graverà sulle "solite spalle" e che darà, forse, risultati concreti sul debito pubblico solo nel 2013 e 2014, etc., sono problemi immaginari sui quali si può sorvolare e che richiedono, al massimo, qualche breve accenno. Perfino Marchionne ha avuto qualcosa da obiettare ed ha affermato che, in Italia, manca una leadership che goda di credibilità all'estero. Non ho ben capito, peraltro, a chi fosse indirizzato l'intervento del presidente del consiglio. Prima di sentirlo, credevo che dovesse servire a placare la bufera finanziaria che sta investendo l'Italia. Forse ho ascoltato, inavvertitamente, le cronache di un altro pianeta oppure mi sono addormentato e sono precipitato in uno spaventoso incubo. In entrambi i casi, pizzicatemi pure, avrete la mia eterna ed incondizionata gratitudine.

mercoledì 3 agosto 2011

Perchè meravigliarci se l'Italia affonda?

Per quale motivo i mercati e gli investitori (al di là della speculazione) dovrebbero nutrire fiducia nel nostro Paese? Brevi spunti di riflessione:



  1. il governo ha realizzato una manovra finanziaria il cui peso è stato quasi interamente posticipato al 2013 e 2014 (anni nei quali, probabilmente, non sarà più alla guida del Paese) mentre i mercati e le agenzie di rating si attendevano provvedimenti aventi effetti immediati;



  2. il premier ha sostenuto, a più riprese, che, in caso di recupero di risorse, queste ultime sarebbero state impiegate, almeno in buona parte, per ridurre la pressione fiscale anziché per ridurre il debito pubblico;



  3. le smentite in merito alla possibile cessione (svendita) di Alitalia ai francesi che sono apparse poco convincenti e la cessione della Tirrenia alla CIN (in pratica MSC crociere e Grimaldi) che oltre ad assicurare quasi un monopolio ad alcuni armatori (i cui effetti si sono già visti con il vertiginoso aumento dei costi dei collegamenti con la Sardegna e con il conseguente strangolamento del turismo), sembra che impegni lo Stato (che non ha sostenuto la Regione Sardegna per ci il goernatore Cappellacci ha rassegnato le dimissioni dal PDL) a versare annualmente, per complessivi 8 anni, un contributo agli acquirenti pari a 72 milioni di euro (per un totale di 576 milioni) a fronte di un costo d'acquisto, per i "privati" di 380 milioni di euro complessivi (200 subito e 180 in seguito), dimostrano l'"incapacità" (nelle migliore delle ipotesi) di questo governo di curare gli interessi pubblici;



  4. il ministro dell'Economia e deelle Finanze che sembrava costituire un baluardo di affidabilità per i mercati internazionali risente dei problemi giudiziari in cui è incappato il suo ex "braccio destro" e sembra non godere nemmeno della fiducia degli altri componenti del governo. Nello spiegare il perché si sia trasferito dall'alloggio che occupava presso una Caserma della Guardia di Finanza all'appartamento "gestito" (?) da Marco Milanese, suo ex "braccio destro", ha dichiarato che si sentiva spiato e pedinato (SIC!);



  5. la Lega Nord, pur facendo parte dell'attuale governo, dichiara, con manifesta schizofrenia politica, di attendersi da quest'ultimo provvedimenti concreti (SIC!). Dopo aver approvato la manovra con la quale si prevedeva la reintroduzione da parte delle Regioni dei ticket sulla sanità (alcune, però, si sono rifiutate di farlo), la Lega ha proposto di sostituirli, quale fonte di entrata per le esauste casse pubbliche, con un aumento del costo delle sigarette....ma non poteva farlo prima, nella manovra, evitando così di far emergere, ancora di più, la difficoltà nella quale versano gli enti locali ed il conflitto che essi vivono con il governo? A chi giova, inoltre, la folkloristica apertura di "uffici di rappresentanza ministeriale" a Monza alla quale, purtroppo, non si è sottratto nemmeno il Ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti? Cosa possono pensare gli investitori esteri del conflitto istituzionale che l'intempestiva e farsesca iniziativa ha causato con il Presidente della Repubblica? Come possono interpretare, i mercati, le sprezzanti "risposte" che un ministro (Umberto Bossi) ha rivolto al Capo dello Stato in occasione dei rilievi di carattere costituzionale mossi da quest'ultimo? Sarà vero che alle pareti delle stanze adibite ad uffici pubblici era affissa la foto di Umberto Bossi (il Capo di un partito che rappresenta una minoranza di cittadini del Nord d'Italia)? Quale unità e compattezza del Paese possono recepire gli investitori esteri che hanno ascoltato le parole pronunciate dal medesimo ministro, a Pontida, che, ad un gruppo in camicia verde che invocava la "secessione", ha risposto "se volete la secessione, preparatevi"?



  6. il Paese è devastato da ipotesi di corruzione che investono pesantemente la classe politica, ma le autorizzazioni richieste dalla Magistratura per poter condurre le indagini a carico di Parlamentari (ultimo esempio: l'utilizzo delle intercettazioni a carico di Denis Verdini, per non parlare della mancata autorizzazione all'arresto di Tedesco) vengono negate dalla maggioranza parlamentare;



  7. il governo propone una riforma processuale che ammette l'ascolto, senza limiti, dei testimoni citati dalla difesa. Il Giudice, in sostanza, dovrà "subire" la testimonianza di testi anche palesemente superflui. Come è evidente, si tratta di una legge mirata a far naufragare i processi nella prescrizione e rischia di consegnare il Paese, indifeso, all'abbraccio soffocante della malavita organizzata di qualsiasi genere (sarà "divertente" vedere come la Lega Nord potrà spiegare il propiro voto ai suoi elettori). Quale disposizione potrebbe garantire a quest'ultima una maggiore certezza di impunità?



  8. le c.d. "forze sociali", denunciando l'immobilismo del governo e la gravità della situazione nella quale versa il Paese, hanno chiesto un incontro congiunto con il governo e le opposizioni. Risultato? Hanno ottenuto incontri separati;



  9. la Borsa italiana è in caduta libera (anche se molte altre navigano con difficoltà), lo spread tra i BPT italiani ed i Bund tedeschi è al massimo storico (370 punti circa). Il presidente del consiglio comunica che si presenterà a riferire al Parlamento il 3 agosto. Bossi, Calderoli ed il Ministro dell'Economia e delle Finanze lo apprendono, con stupore e rabbia, dalle Agenzie di stampa mentre si trovano in riunione in via Bellerio (perchè il premier non è stato invitato?). E' evidente che, ormai, l'attuale governo procede in ordine sparso. Il Presidente della Repubblica, consapevole della gravità della situazione, convoca Mario Draghi al Colle. Il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti riunisce, in tutta fretta, il Comitato di stabilità finanziaria (ed alla riunione saranno presenti anche il direttore generale di Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni, il presidente della Consob giuseppe Vegas, il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli e il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini). Va tutto bene? E' tutto soto controllo?


  10. il Paese è aggredito, violentemente, dalla speculazione finanziaria internazionale. Il Presidente della Repubblica ritarda l'inizio delle proprie vacanze. Le Camere chiudono e riapriranno il 12 settembre 2011. Nella prima settimana di settembre, infatti, oltre cento parlamentari, con grande senso di responsabilità, saranno impegnati in un "pellegrinaggio" in Terra Santa....Chissà se sarà possibile anche ai lavoratori di altre categorie prolungare le proprie ferie per partecipare ad eventuali "pellegrinaggi" in Luoghi di Culto, magari all'estero, lontano dall'autentica "passione" che sta vivendo la nostra bistrattata Italia. Roma, 3 agosto 2011 Il Troglodita

mercoledì 13 luglio 2011

Incapacità, irresponsabilità e dilettantismo al servizio di sè stessi

Il 12 giugno 2011 il Ministro della Repubblica Umberto Bossi, coadiuvato dal Ministro Roberto Calderoli, all'ascolto di una canzone che inneggia al tricolore ed all'Italia, cantata durante una festa della Lega Nord, mostra "elegantemente" il dito medio ed invia un "vaffa" al cantante.
E' compatibile una simile condotta con l'incarico di Ministro della Repubblica ricoperto?
E' un atteggiamento che può essere ancora definito di discutibile folklore?
Nei giorni immediatamente precedenti, il "Capo" della Lega Nord aveva affermato che il governo non si dimetteva perchè un simile comportamento sarebbe stato interpretato dai mercati come una sorta di abbandono della nave che affonda.
I "mercati" (ma credo che sarebbe opportuno fare una distinzione fra le dinamiche dei mercati e lo sciacallaggio orchestrato attraverso spietate manovre altamente speculative orchestrate da forti gruppi finanziari internazionali) credo che sarebbero lieti di ricevere la notizia delle dimissioni di questo governo. Alla guida dell'Italia, infatti, serve un Governo vero e non una sua parodia, un'agenzia di servizi per il presidente del consiglio.
E' stato sufficiente, infatti, che il Ministro dell'Economia venisse sfiorato ( al momento) dall'indagine penale che ha coinvolto un suo stretto collaboratore e che minacciasse le dimissioni, affinché il Paese si trovasse sull'orlo della bancarotta.
E' vero che l'attacco all'Italia era mirato anche a colpire l'Euro, ma è altrettanto vero che il nostro è stato ritenuto, fra i Paesi di peso dell'area, quello debole.
La "credibilità" italiana è stata, negli ultimi tempi, collegata (oltre che a quella del Presidente della Repubblica) a quella di Giulio Tremonti ed alla sua capacità di resistere alle irresponsabili e populiste "pressioni" di una folkloristica ed estemporanea "corte dei miracoli". La medesima compagine che aveva negato, lo ricordiamo tutti, l'esistenza di una crisi internazionale e, in una fase successiva, il coinvolgimento dell'Italia in essa.
L'ulteriore dimostrazione, qualora ce ne fosse bisogno, è stata offerta dal benefico effetto che ha avuto, sui mercati, l'azione (oltre che della BCE) condotta da Napolitano-Tremonti-Opposizione con il primo che ha invitato ad un'azione unitaria e tempestiva, con il secondo che ha abbandonato nel corso della riunione l'Econfin dichiarando che andava a chiudere, in fretta, la manovra di "risanamento" italiana ("dimostrando" di avere, quindi, l'"energia" sufficiente per farlo) e con l'opposizione che ha garantito l'approvazione della manovra in quattro giorni comunicando l'intenzione, pur precisando di non condividere il contenuto della predetta manovra, di astenersi da qualsiasi condotta ostruzionistica.
E' chiaro che gli effetti positivi sono temporanei e che, per consolidarli, sarebbe necessario la formazione di un nuovo autorevole governo capace di dare un indirizzo di ampio respiro alla politica nazionale. E' indispensabile ed urgente, infatti, essere credibili sia in ambito progettuale, sia in quello realizzativo.
Il Troglodita, come è noto, è un inesperto dilettante in tutto.
Se si legge l'articolo del 5 luglio u.s., tuttavia, si riscontrerà che, pur non essendo dotato di preveggenza, aveva pronosticato pesanti ripercussioni sull'economia nazionale (e sullo spread con i bund tedeschi) a causa di una preannunciata manovra che posticipava al 2013 l'applicazione della quasi totalità delle misure (che graveranno, peraltro, sulle solite tasche) che dovrebbero consentire di condurre, nel 2014, al pareggio di bilancio.
Il disastro, quindi, era inconfutabilmente annunciato.
Nessuno, del resto, può dimenticare la pessima immagine che, anche negli ultimissimi giorni, l'improvvisata e dilettantistica accolita attualmente alla "guida" del Paese ha dato di sè.
Una manovra "dilazionata" su quattro anni ma, di fatto, rinviata di due anni in risposta ad una richiesta di interventi urgenti di risanamento; la manifestata volontà di destinare eventuali economie all'indistinta riduzione delle aliquote IRPEF; lo scontro fra componenti governative sulla bizzarra ipotesi di spostamento dei Ministeri al Nord del Paese; una frattura insanabile dei rapporti fra il presidente del consiglio ed il Ministro dell'Economia culminata con l'avvio di una campagna denigratoria, a carico di quest'ultimo, orchestrata principalmente da un quotidiano "vicino" al presidente del consiglio; un partito di governo che chiede a quest'ultimo sostanziali "risposte" (schizofrenia!); un ministro della Repubblica che insulta alcuni precari che vogliono rivolgergli delle domande; il medesimo ultimo ministro appellato come "cretino" nel corso di un incontro pubblico da parte di quello dell'Economia; il ministro degli esteri (come aveva già fatto il Presidente della Repubblica) che esprime parere contrario all'ipotesi, ventilata dalla Lega Nord, di un ritiro delle truppe italiane dalle missioni all'estero; le minacce continue di crisi di governo, senza conseguenze, avanzate dalla Lega Nord; lo spudorato tentativo di introdurre una norma, nella manovra, mirata a modificare il codice di procedura civile a vantaggio del presidente del consiglio e di altri 35 cittadini della Repubblica (con corrispettivo danno, ovviamente, per le controparti), etc.
La verità sembra risiedere nel fatto che l'unica "responsabilità" (collante) che tiene in piedi questo governo ed incoscientemente ancorati alle proprie poltrone il presidente del consiglio, i ministri, i sottosegretari ed i parlamentari che sostengono il governo, sia quella che riguarda i propri interessi personali e familiari. Nessun senso dello Stato, nessun rispetto per le Istituzioni né per i Cittadini. Speriamo solo che questo governo "cada" prima che ciò accada all'Italia.

martedì 5 luglio 2011

Facce di Bronzo

Un poco alla volta sta emergendo il contenuto della manovra economica varata dal governo per recuperare, i quattro anni, 46 miliardi di euro.


Anche questa volta, la lotteria delle tasche che pagheranno è stata vinta da quelle povere e medie del Paese.


E' interessante ascoltare, in proposito, il moderato apprezzamento espresso dal presidente della Confindustria Emma Marcegaglia la quale ha sostenuto che qualcosa, in termini di tagli, è stato fatto sulle pensioni e sul pubblico impiego mentre, per quanto riguarda la "crescita", sarebbe stato necessario un maggior coraggio. Traduzione: non ci sono incentivi particolari per le imprese.


Certo è comprensibile che, da questo governo, l'associazione che vanta fra le prorie fila il pubblico plaudente i condannati della ThyssenKrupp si aspettaasse qualche "aiutino" in più. L'assenza di intervento nel recente confronto Fiom-Fiat, poi, aveva sicuramente legittimato qualche maggiore aspettativa.


I lavoratori dipendenti, i pensionati, i disoccupati ed i precari che, come è risaputo, di investimenti produttivi destinati al bene dell'Italia capiscono molto poco, continuano a chiedersi quali siano i sacrifici affrontati dall'imprenditoria nazionale.


Nell'ascoltare il presidente dei petrolieri italiani, Pasquale De vita, però, si apprende che da decenni il margine per le imprese del settore è fermo al 14%.


Dall'ignoranza e dall'incompetenza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati si alza un lamento nel ricordo della "scala mobile" e si obietta che nello stesso periodo in cui "il margine" (profitto) dei petrolieri italiani è rimasto invariato, restando immune agli aumenti dei costi ed agli effetti del "carovita", le retribuzioni e le pensioni sono state erose al punto che, il livello di vita che prima si conduceva con una sola remunerazione media, oggi ne richiede due.


Qualche nemico del Paese, poi, arriva anche ad azzardare la sovversiva e fantasiosa tesi secondo la quale l'italica imprenditoria investirebbe, in larga misura, denaro pubblico proveniente proprio dalla massa di cittadini amorfa, priva di iniziativa ed in gran misura precarizzata. In tale contesto, non si può escludere nemmeno che qualche sconsiderato giunga a teorizzare che il rischio (una volta d'impresa) sia stato trasferito sui lavoratori e che le "grandi" imprese italiane abbiano goduto e beneficino, tutt'ora, di forme di assistenzialismo.


Il ministro dell'Economia e delle Finanze, tuttavia, nel tenere, magistralmente, sotto controllo i conti pubblici e forte della sua geniale creatività, aveva rassicurato anche gli incosapevoli garantendo che nessuno sarebbe stato lasciato solo e che nessuna sarebbe restato indietro.


L'On.le Giulio tremonti è un uomo di parola. Al momento di pagare il conto, infatti, non si è dimenticato dei precari cosi come non ha trascurato i pubblici dipendenti ed i pensionati. I primi andranno a casa (licenziati) a riposarsi perché anni (per alcuni decenni) di precariato sono, indubbiamente, usuranti, agli altri saranno uleriormente bloccati gli stipendi e la rivalutazione delle pensioni (se percepiscono, mensilmente, poco più di 1400 euro lordi).


Che dire? Meno male che Giulio c'é.


Nel PDL abbiamo assistito ad una svolta epocale. Un radicale rinnovamento. La guida del "partito" è stata assunta da Angelino Alfano (naturalmente per acclamazione).


Il nuovo segretario ha subito dichiarato di voler costruire il "partito degli onesti".....l'elettore sprovveduto (il disoccupato, il precario, il pesnionato, il lavoratore dipendente e l'artigiano, per intenderci) potrebbe chiedersi se questa affermazione costituisca una critica avventata ed involontaria su ciò che è stata (ed è, visto che non ci sono state epurazioni né la concessione delle autorizzazioni a procedere contro alcuni parlamentari richieste dalla Magistratura), finora, la compagine assemblata da Silvio Berlusconi. Forse il neo-segretario si riferiva ai peones del "partito", a quelli le cui responsabilità possono essere accertate senza necessità di preventivi nulla osta. In ogni caso, l'elettore sprovveduto (ed insieme a lui molti deputati e senatori) può essere rassicurato. Si tratta solo di una manifestazione di intenti, di natura gattopardesca ed un pò intempestiva, mirata a rappresentare il rinnovamento. Il "nuovo corso" non è diverso dal precedente. La prova è rappresentata dalle poche righe aggiunte alla manova finanziaria, da mani ancora sconosciute, che, modificando il codice di procedura civile, garantirebbero, al presidente del consiglio, in caso di condanna in secondo grado, la sospensione del pagamento, in via provvisoria, del risarcimento dovuto a Carlo De Benedetti per la c.d. "vicenda" Mondadori.

Tranquilli, quindi, anche il nuovo segretario del PDL garantirà che la legge non sia generale ed astratta. I danneggiati dalle ingiustizie? Subiranno l'identico trattamento, ed in ciò non saranno discriminati, che dovette sopportare l'emittente Italia 7 ingiustamente esclusa dalle frequenze nazionali a vantaggio i Rete 4.


Sorprendenti, ho trovato, alcune affermazioni provenienti dalla Lega Nord.


Il ministro Roberto Calderoli parla spesso, con malcelato disprezzo, del "Palazzo"....ma non sono, ormai da diversi anni, proprio loro ad occuparlo?


Alcuni esponenti locali accusano "Roma" di ruberie, inefficienze e pratiche clientelari.....ma non sono della Lega Nord molti dei ministri che formano il governo, vi risiedono per svolgere le relative funzioni, guidano la Pubblica Amministrazione centrale (i Ministeri) e decidono delle politiche nazionali?


Ci sono troppi sprechi......ma le centinaia di milioni di euro gettate per evitare la concomitanza delle elezioni amministrative con i referendum non sono da imputare alle loro determinazioni (ed ai loro interessi di bottega)?

Il partito attende risposte sulle riforme.......da chi, se al governo ci sono loro?


Il problema dell'immigrazione clandestina è insostenibile......ma non hanno varato loro, insieme al PDL, la legge panacea denominata "Bossi-Fini" ed attualmente in vigore?


La guerra contro la Libia ha causato l'arrivo di un numero "insostenibile" di profughi......ma era così difficile prevedere che andando a bombardare il Paese dell'"amico" Gheddafi (accolto, dal governo di cui fanno parte, con esagerati onori) si creasse un esodo di lavoratori stranieri e di cittadini inermi verso gli Stati vicini?


Quando la Lega Nord invoca, all'unisono con il PDL, l'apertura dei cordoni della borsa per realizzare una diminuzione della pressione fiscale (a vantaggio di chi?) e vara una manovra che trasferisce sugli anni futuri il peso del recupero di 40 miliardi di euro, si rende minimamente conto che l'operazione sarà attentamente vagliata dalle ineffabili Agenzie di rating e che la speculazione stà affilando i denti da affondare sullo stremato nostro Paese?


L'On.le Gianfranco Micciché ha "abbandonato" il PDL ed ha creato "Forza Sud". L'accusa rivolta al partito è stata quella di essere subalterno alla Lega Nord e di condurre una politica governativa sbilanciata ed eccessivamente indirizzata a favorire gli interessi del Nord.


Il dissenso, ovviamente, non è arrivato al punto di fargli mettere in discussione la sopravvivenza del governo che favorisce il Settentrione d'Italia. Il problema, dicono, è che, ad esso, non c'é alternativa... fermi! Riponete la boccetta di veleno ed abbandonate, con essa, i propositi suicidi. La realtà è che molti deputati e senatori, di nuova nomina (fra cui, probabilmetne, vanno ricercati i 4-5 "franchi tiratori" che si annidano nell'opposizione e votano la fiducia al governo) "tengono famiglia2 e devono garantirsi il maturare del diritto alla pensione di parlamentare (al termine dei cinque anni di legislatura ed indipendentemente dalla partecipazione alle "sedute"). Chissà se il prossimo governo, che si troverà ad affrontare il peso di una manova di 40 miliardi di euro, farà loro il dispetto di bloccare ulteriormente la rivalutazione del loro sudato trattamento previdenziale.... Nel ritornare al nostro Parlamentare Siculo, sarà, comunque, interessante vedere se, almeno, si "batterà" affinché gli introiti dell'aumento delle accise che tutti i cittadini pagheranno, anche gli illuminati (quel 10% della popolazione che detiene il 435 delle ricchezze del Paese), vengano destinati a sostenere l'economia di quelle regioni del Sud, a cominciare dalla Sicilia e dalla Puglia (sarebbe interesante conoscere il numero esatto di quanti immigrati sono stati collocati in questa Regione), che, più delle altre, hanno sostenuto, e stanno sostenendo, gli effetti del conflitto in Libia.


Per quanto riguarda, infine, gli autoproclamatisi "responsabili".......il Troglodita "non spara sulla Croce Rossa".












venerdì 24 giugno 2011

Il "prestigioso" danno all'Italia

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dichiarato, poco fà, che Mario Draghi, in ragione dei suoi meriti personali (bontà sua) e grazie all'opera del governo (SIC!), è stato nominato Presidente della BCE.
In realtà, è incredibile che una candidatura, accompagnata dal prestigio di cui gode in tutta Europa l'italiano, abbia avuto tante difficoltà ad ottenere successo. Il problema, probabilmente, è stato determinato dall'assoluto dilettantismo con il quale è stata condotta l'intera vicenda: le dichiarazioni avventate, indebite ed inopportune, di Silvio Berlusconi e del Presidente francese Sarkozy, in merito all'abbandono dell'incarico (estraneo ai poteri di entrambi) ricoperto, nel Consiglio dell'Istituto, dall'italiano Bini Smaghi, hanno irritato quest'ultimo. Non senza ragioni, infatti, Bini Smaghi ha rivendicato la propria autonomia dai due presidenti e fatto intendere che le dimissioni dipendono, esclusivamente, dalle sue determinazioni. Ovviamente, causato l'inconveniente, è stato necessario esercitare, attraverso le più alte cariche dello Stato, tutte le pressioni possibili affinché il consigliere italiano che aveva, tra l'altro, sostenuto la candidatura di Mario Draghi, rassegnasse le dimissioni.
Secondo organi di stampa, sarebbe sopraggiunto, preliminarmente alla nomina di Draghi alla presidenza (ed a seguito di promesse, del presidente del consiglio, di prestigiosi incarichi presso la Banca d'Italia), l'impegno assunto da Bini Smaghi di dimettersi entro l'anno (tanto per rimarcare la propria autonomia da Berlusconi e Sarkozy).
Ma andiamo a vedere, attraverso la spietatezza ed obiettività dei dati, alcune altr e componenti del "prestigioso" danno che questo governo sta provocando all'Italia grazie alla sua ostinata permanenza in carica.
Il principale è scaturito dalle incaute dichiarazioni rilasciate, dopo le sonore "bastonate" riportate alle urne, da autorevoli esponenti dell'attuale maggioranza parlamentare.
L'intenzione di procedere, costi quel che costi (agli italiani), ad una manovra fiscale che ha come presupposto la riduzione della pressione fiscale, ha "innervosito" i mercati. Le Agenzie di ratings hanno subito "ordinato" degli altolà (mettendo sotto osservazione i comportamenti), minacciando il un declassmaneto del grado di affidalità del Paese e, a cascata, di quello delle grandi imprese pubbliche e degli istituti bancari. Il tutto ha avuto, oggi, come prevedibile, pesantissime ripercussioni sulle quotazioni in borsa dei titoli di questi ultimi.
Lo spread fra i titoli del debito italiano e quelli del debito tedesco è al massimo livello (oltre 220 punti) da quando è stato creato l'euro.
L'irresponsabile opposizione della Lega Nord al decreto che avrebbe consentito la distribuzione, sull'intero territorio nazionale, della spazzatura accumulata nelle strade di Napoli, sta creando un'emergenza sanitaria e potrebbe causare l'insorgenza di epidemie pericolose per l'intera cittadinanza italiana.
L'estrema precarizzazione del lavoro e gli insulti alle vittime (da parte di un ministro della Repubblica) sono l'indice di una situazione fuori controllo.
L'intervenire militarmente in un Paese confinante e non saper prevedere né, tantomeno, prevenire l'inevitabile fuoriuscita di profughi, dimostra preoccupanti deficit nelle strategie e nell'attività di governo.
La "inspiegabile" perdita, da parte della RAI, delle trasmissioni di maggior ascolto, unita alle ventilate ipotesi di aumento del canone, fanno riflettere sui meriti dell'attuale direzione dell'Ente pubblico e, soprattutto, sull'applicazione del criterio meritocratico sull'operato dei manager che la compongono.
L'elenco potrebbe, purtroppo, continuare a lungo. Quanto sommariamente riportato, però, è sufficiente a farci chiedere se il Presidente della Repubblica, anche alla luce dei risultati delle recenti consultazioni popolari e, in particolare, dei referendum che hanno bocciato, incontrovertibilmente, progetti essenziali del programma del governo, debba continuare ad astenersi dall'intervenire.

mercoledì 22 giugno 2011

Il voto di fiducia sul Decreto Sviluppo e la tenuta del governo

L'esito delle votazioni sulla fiducia, chiesta alla Camera dei Deputati dal governo, sul c.d. "Decreto Sviluppo", ha evidenziato una situazione prevista ma, non per questo, meno preoccupante. C'é un buon numero di Deputati che, pur di completare la legislatura ed assicurarsi il diritto alla pensione di parlamentare della Repubblica, è disposto a lasciar "spegnere" mestamente l'Italia.
Lo spauracchio di una mancanza di alternativa a questo governo, così come il ventilato pericolo dell'aggressione della speculazione finanziaria internazionale in caso di caduta dell'attuale esecutivo, sono state smentite dalle contemporanee dichiarazioni di una delle tre agenzie di rating (Fitch Ratings).
L'affidabilità dell'Italia non sarebbe collegata alla tenuta del governo, bensì alla coerenza ed alla serietà con le quali, indipendentemente dal governo che sarà alla guida del Paese, verrà dimostrata la reale volontà di attuare la manovra di rientro dei 46 miliardi di euro nel prossimo triennio.
Evocare, quindi, l'attenzione delle agenzie di rating e dei mercati internazionali, ha rappresentato, per l'attuale primo ministro, un ulteriore boomerang.
E' proprio questo governo, infatti, che, nel disperato tentativo di riconquistare un qualche consenso nel Paese, può rappresentare un pericolo per l'Italia e l'occasione, per la speculazione internazionale, di scatenarsi contro l'Italia.
L'annunciata riforma fiscale, con relativo (seppur effimero) "taglio" delle imposte, suonerà (come, peraltro, è stato preannunciato) come un richiamo irresistibile per le stime al ribasso delle Agenzie di rating che hanno già posto sotto particolare osservazione l'Italia e le imprese pubbliche di maggiore rilevanza.
L'alternativa, ad esecutivo invariato, sarà assistere all'ennesima pantomima nella quale vengono assicurati miracoli per poi produrre il nulla oppure subire il massacro sociale di misure insignificanti che, comunque, graveranno sulle disastrate situazioni degli strati più poveri della popolazione e provocheranno un declassamento del livello di affidabilità del Paese con tutte le annesse e connesse conseguenze.
Il miagolio della Lega espresso a Pontida (dove ci si attendeva un ruggito seppur rauco) ed il guaito espresso in risposta dal sindaco di Roma e dalla governatrice della Regione Lazio, fanno propendere per la prima ipotesi.
Aumenterà la propaganda e la violenza contro il dissenso, così come, con l'ausilio di coloro che puntano a maturare la pensione, andrà a buon fine qualche misura in tema di giustizia che salvi dai processi Silvio Berlusconi e non solo lui (secondo quanto sembra emergere dalle indagini sulla c.d. P4, saranno in molti ad essere interessati a "spuntare" ulteriormente gli strumenti di indagine dei quali si avvalgono i Pubblici Ministeri).
L'unica possibilità che l'opposizione ha per portare l'Italia al di fuori di questo "pantano" è quella di essere compatta, indipendentemente dal percorso sviluppato finora, nel contrastare tutte le misure necessarie ad introdurre la riforma federale in Italia.
I cittadini devono essere chiamati ad esprimersi, attraverso il referendum costituzionale consultivo, sull'introduzione del federalismo fiscale.
Nessun patto che preveda, in cambio della riforma elettorale, l' introduzione del senato federale, deve essere garantito alla Lega Nord.
Se intende consumarsi nell'attuale governo si accomodi pure. L'incapacità di trasformarsi in partito di governo è evidente a tutti gli elettori. I Milanesi, che, quanto a pragmatismo sono imbattibili, hanno colto la sostanza di un movimento che, oltre ad esaurire la propria spinta propulsiva, ha mostrato tutti i propri limiti ed hanno lasciato, ad una sparuta minoranza di "secessionisti" padani, il desiderio di essere "governati" dall'improvvisata armata Brancaleone del Senatùr.

domenica 19 giugno 2011

Il valore della solidarietà e la capacità di Governo

Una piccola riflessione. La Lega Nord ha bloccato il provvedimento del governo che avrebbe permesso alle autorità locali, attraverso trasferimenti della spazzatura che seppellisce Napoli sull'intero territorio nazionale, di avere il tempo per organizzare una strategia efficace.
Forse la Lega, dopo tanto abbaiare contro il meridione d'Italia, non si poteva permettere di accogliere i rifiuti partenopei o, forse, seguendo calcoli di basso livello ha pensato anche di poter mettere in difficoltà il nuovo Governo della città guidato da Luigi De Magistris. Quello che, senza ombra di dubbio, ha dimostrato è di essere priva di senso dello Stato ed incapace di risolvere i problemi reali della gente. Si tratta di una forza capace di critiche sommarie ma assolutamente incapace di qualsiasi contributo costruttivo.
Non è superfluo ricordare, comunque, che Renato Soru, ex governatore della regione Sardegna, ebbe il coraggio di sfidare l'impopolarità, pur di aiutare la Regione Campania e fece trasportare, sulla propria amata terra, i rifiuti napoletani.
Il Ministro Maroni, della Lega Nord, dopo essersi fatto cogliere impreparato (nonostante l'Italia aderisse all'intervento in militare in Libia) dal flusso, all'inizio modesto, di immigrati dal nord-Africa ed aver ampiamente dimostrato l'incapacità nell'arrestare e/o governare il fenomeno, avendo, peraltr, creato tensioni internazionali con Paesi aderenti all'Unione, non ha trovato di meglio che inviare migliaia di immigrati nella Regione Puglia. Il "tacco" d'Italia ha dato lezione, ad un governo improvvisato e dilettantistico, di maturità, solidarietà ed organizzazione.
L'isola di Lampedusa, peraltro, ha dovuto sopportare gli effetti di tardivi ed insufficienti interventi governativi e sta scontandone, tutt'ora, le ripercussioni sulla stagione turistica.
Forse i campi da golf e le impossibili zone franche, promesse dal presidente del consiglio, se non saranno capaci di restituire "ossigeno" all'isola, saranno, almeno, sufficienti a riportare, sui volti dei suoi abitanti, il "sorriso".

Il Sospetto

Si è concluso l'atteso raduno di Pontida 2011.
Secondo i presupposti, si è trattato di uno spettacolo piuttosto desolante che, al di là di qualche rauco e volgare ruggito del leader e della contabilità delle presenze lasciata all'affidabile "Trota", ha dimostrato le difficoltà nelle quali si dibatte il movimento e le divisioni interne che appaiono sempre più marcate.
Qualche velata "minaccia" distribuita ora al ministro dell'Economia, ora al Presidente del Consiglio e qualche insulto ai giornalisti, hahho rappresentato l'attuale "muscolarità" della Lega.
In realtà sembra che la Lega stia meditando, al di laà delle dichiarazioni, lo "strappo" possibilmente da imputare ad altre forze. Sarebbe difficile, infatti, trovare una spiegazione diversa alla ripetuta volontà di alcuni dirigenti di trasferire alcuni ministeri al Nord. E' di tutta evidenza che si tratterebbe di una manovra, dal valore esclusivamente propagandistico (pro-bottega per la Lega) che comporterebbe delle ulteriori significative (forse insostenitbili) spese per le esauste casse dello Stato. Dopo aver fatto gettare inutilmente agli italiani, padani compresi, trecento milioni, nel tentativo di far fallire i referendum, ora si preparerebbero a far spendere, senza plausibile ragione, altro denaro.
In
L'idea è che la Lega abbia capito di non essere un partito di governo. Forse, con alcuni dei suoi uomini migliori, potrà amministrare qualche comune che non abbia le casse vuote ma, certamente, ha dimostrato di non avere le capacità di governare un Paese soprattutto quando quest'ultimo naviga in acque difficili.
Meno che mai, poi, è in grado di gestire i rapporti internazionali.
Il fiuto del leader padano, quindi, deve averlo indotto a ritenere che sia più facile ottenere qualche risultato (il federalismo in particolare) ritornando in una posizione di opposizione forte e lasciando la gestione della crisi ad altre forze.
Fra il patetico e l'esilerante sono le dichiarazioni della Regione Lazio Renata Polverini che aveva preannunciato, in caso la Lega avesse insistito nel proposito di trasferire dei ministeri al Nord, l'intenzioni di "mettersi di traverso". L'idea che aveva suscitato è che, come quando due esponenti del governo locale avevano manifestato l'intenzione di passare dalla sua lista al PDL, che fosse pronta a rassegnare le dimissioni dal partito. Invece, udite, udite, ha "minacciato" di lanciare una raccolta di firme per il mantenimento dei ministeri a Roma.
Vero è, che si devono apprezzare i progressi. In precedenza, quando il "capo" della Lega aveva insultato Roma, lo aveva imboccato con i rigatoni alla pajata e la coda alla vaccinara. Ad maiora.

sabato 18 giugno 2011

L'Italia peggiore e quella migliore. Indagini su fallimenti e successi

Il ministro Renato Brunetta ha definito la d.ssa Maurizia Russo Spena (figlia dell'ex senatore di Rifondazione Comunista Giovanni) di anni 39, precaria, aderente alla "Rete dei Precari della Pubblica Amministrazione", ricercatrice (con contratto interinale) da 15 anni (non ha mai fruito dei permessi per maternità), due Lauree di cui una conseguita all'estero, insegnante nei master universitari, madre di tre figli, percepiente uno stipendio di 1800 euro mensili, l'Italia peggiore. Il ministro ha, poi, aggiunto che si tratta di un'esponente della "casta romana" e, in un intervista rilasciata a Luca Telese de "il Fatto quotidiano" "Studierò nelle loro biografie per dimostrare il loro fallimento personale".

Domani, 19 giugno 2011, si terrà l'annuale raduno di Pontida, organizzato dalla Lega Nord. Sarà, certamente, l'occasione, anche per i sostenitori del Carroccio, per avviare un'approfondita riflessione sulla retorica e la realtà.
Sicuramente non mancherà, all'incontro, Renzo Bossi, detto "il Trota", figlio del leader della Lega nonché alleato del PDL e del ministro Renato Brunetta.

L'evento permetterà al solerte ministro di studiare anche le biografie ed individuare i motivi del successo di:

Renzo Bossi, bocciato per tre volte all'esame di maturità (il padre Umberto ha presentato ricorso al T.A.R. contro gli insegnanti del Sud colpevoli di martoriare gli studenti del Nord), all'età di 21 anni e 6 mesi diventa il più giovane consigliere regionale mai eletto in Lombardia: un incarico prestigioso e ben remunerato, degno del curriculum (fonte:"Inganno padano. La vera storia della Lega Nord", di Fabio Bonasera e Davide Romano (La Zisa, 176 pagine, 14,90 euro).

Nicole Minetti, non famosissima per il proprio curriculum, eletta consigliere regionale alla Regione Lombardia, grazie all'inserimento nel c.d. "listino bloccato. Stipendio svariate migliaia di euro;

il compagno della ministra Vittoria Brambilla nominato (con quali competenze?) dirigente presso l'Automobil Club Italia della Lombardia (stipendio?)


Franco e Riccardo Bossi, fratello e figlio primogenito del Senatùr, percepiscono circa 12.000 euro mensili in qualità di "portaborse", rispettivamente, degli europarlamentari Matteo Salvini e Francesco Speroni.

Nel 2001,Maurizio Balocchi e Edouard Ballaman sono, rispettivamente, sottosegretario al ministero degli interni e questore alla Camera.
La signora Tiziana Vivian (ai tempi moglie del questore Ballaman) viene "cooptata" come collaboratrice al Ministero degli Interni e la signora Laura Pace, compagna del sottosegretario Balocchi, viene assunta, dopo pochi giorni, alla Camera dei Deputati (fonte: "La Casta" di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo).

(SIC!)



















mercoledì 15 giugno 2011

Iniziata la srategia dell'aggressione ai Romani

Dopo le dichiarazioni dell'On.le Giorgio Straguadagno secondo le quali sul web il centrodestra "perderebbe" perchè la sinistra sarebbe composta da molta gente che alle 14,00 va a casa e, non avendo un "c...o" da fare, si collegherebbe alla rete, il ministro Renato Brunetta spiegando, a modo suo, alla trasmissione diretta da Cruciani "La zanzara", l'episodio che lo ha visto contrapposto ad un gruppo di precari appartenenti alla "Rete dei precari del Pubblico Impiego" ha sottolineato che si trattava di lavoratori "molto Romani" che, in quanto tali, vivevano di non ben identificate rendite (di posizione?).
E' chiaro che la "nuova" strategia che intende mettere in campo la coalizione PDL-LEGA NORD- "RESPONSABILI" ripercorre la strada della denigrazione di tutto ciò che in qualche misura ricorda Roma ed i Romani. La speranza è quella di riuscire, nuovamente, a far credere che a roma vivano dei privilegiati parassiti che succhiano il sangue dei lavoratori.
Fermo restando che, mai come sotto questo governo, l'Italia ha subito l'ingiuria del clientelismo, del favoritismo e del nepotismo e che mai è stato tanto invocato e poco applicato il criterio della meritocrazia, ci piacerebbe sapere quale intenda essere la risposta del sindaco di Roma Gianni Alemanno e del Presidente della Regione Lazio Renata Polverini a tali gratuiti e provocatori insulti.
Il Partito Democratico, l'Italia dei Valori e Forza Sud (componente della coalizione di centro destra) hanno già chiesto, per gli insulti che il ministro ha rivolto ai precari, le dimissioni. Intendono il Sindaco di Roma ed il Presidente del Lazio fare altrettanto per le continue ed insopportabili aggressioni (di cui quella del ministro, che probabilmente inaugura una precisa strategia, è solo l'ultima) che Roma subisce da tempo oppure stanno meditando di invitarlo a pranzo per imboccarlo con la coda alla vaccinara?

martedì 14 giugno 2011

Un grande desiderio di partecipazione e di normalità

Gli italiani hanno partecipato, in massa, alla consultazione referendaria del 12 e 13 giugno 2011.


Il risultato ha sancito, attraverso l'abrogazione di quattro normative caratterizzanti il programma, un'inequivocabile bocciatura del governo e della sua politica.


Il ministro della difesa ha, pateticamente, chiesto agli italiani di lasciare al governo il tempo per mettere a frutto l'insegnamento ricevuto con il messaggio (elezioni amministrative+referendum) che essi hanno inteso recapitare.


Ministro Ignazio La Russa, il suo tempo politico, così come quello del governo di cui fa parte, è irrimediabilmente scaduto.


La reazione alla cocente sconfita politica e l'impressione che se ne trae sono analoghe a quelle suscitate dalle decadenti ed odiose dittature dei Paesi mediorientali alle prese con le rivoluzioni democratiche dei loro popoli.


Allo stesso modo, si è, finalmente e mestamente, conclusa la parabola di un potere arrogante e volgare.


Una Lega Nord agonizzante (il numero maggiore dei votanti ai referendum è stato registrato proprio nelle regioni del Nord) cerca, disperatamente, di "dettare agende politiche" nella speranza di recuperare un'identità credibile presso un elettorato che le ha, senza possibilità di ulteriore appello, voltato le spalle.


Il seme della paura, sul quale aveva costruito le sue effimere fortune, non attecchisce più.


La cinica schizofrenia attraverso la quale sedeva al governo ed invocava riforme radicali (senza porle in essere), come fosse una forza di opposizione, è stata smascherata.


La dimostrata incapacità di abbandonare gli slogan e di trasformarsi in un soggetto idoneo a guidare il Paese costituisce la sua pietra sepolcrale.


Nemmeno l'agognato federalismo fiscale, panacea di tutti i "torti" ed i "mali" sopportati dal Nord, alla prova dei fatti, esercita più alcun significativo appeal (soprattutto, non costituisce più un motivo valido al quale sacrificare altri diritti ed interessi).


Alla trasmissione televisiva "l'infedele", condotta da Gad Lerner su Italia 7 e andata in onda ieri (13 giugno), un alto esponente della Lega Nord ha affermato, con rinnovata e compatibile sfrontatezza, che il suo partito ha sopportato e non supportato questo governo.


E' fin troppo facile, per limitarmi a pochi esempi, ricordare, al novello trasformista padano, che il suo gruppo ha riconosciuto, con un umiliante voto parlamentare, che il premier riteneva, in occasione dell'"intervento" sulla questura, che "Ruby Rubacuori" fosse la nipote di Mubarak; che l'inutile tentativo di vanificare la consultazione referendaria, fissando una data per il voto distinta da quella delle elezioni amministrative, è costata, agli italiani, trecento milioni di euro; che i medesimi cittadini sono costretti a pagare salate multe europee per garantire, ai circa 540 allevatori, appartenenti ai Cobas del Latte (che tanto a cuore stanno alla Lega), un'ulteriore indebita proroga per il pagamento delle sanzioni conseguenti al superamento del c.d. "quote latte" (mentre ai pastori sardi, ai quali il latte è pagato come l'acqua, è stato impedito perfino di manifestare); che gli italiani saranno costretti, nella loro veste di abbonati (e finanziatori) alla televisione pubblica, a pagare le sanzioni che sono state applicate dall'Autorità di vigilanza a RAI 1 per la violazione ripetuta (culminata nel "messaggio a reti unificate" di Silvio Berlusconi) degli equilibri democratici nell'informazione, operata dal direttore Minzolini (il "direttorissimo" del premier); che, in questi lunghi anni in cui ha condiviso le responsabilità di governo, più che la meritocrazia si sono affermati il nepotismo ed il favoritismo; che, considerate anche le imbarazzanti ed autolesionistiche critiche, la c.d. legge Bossi-Fini si è rivelata essere un inutile esercizio "propagandistico-muscolare" privo di qualsiasi efficacia pratica.


Se non fosse tragica per i fatti ai quali è riferita e non venisse espressa da un ministro della Repubblica, poi, sarebbe quasi esilerante la proposta del ministro Calderoli di boicottare, a seguito del contenzioso con il Brasile relativo alla scarcerazione di Cesare Battisti (condannato in Italia per la partecipazione a quattro omicidi durante i c.d. "anni di piombo"), i mondiali di calcio in tale Paese. Non pensa, ministro Calderoli, che questo governo abbia già provocato abbastanza danni al popolo italiano? Dilettanti allo sbaraglio.


L'elenco dei fallimenti politici e dei gravi danni procurati al Paese potrebbe, comunque, essere ancora nutritissimo.


Il premier, da parte sua, dopo il ridicolo con il quale ha coperto l'Italia durante l'ultimo G8 (oltre che in quai tutte le altre occasioni in cui ha partecipato ad incontri internazionali), ha invitato gli italiani a diffidare di chi si prende troppo sul serio e non è dotato di autoironia.


In proposito, corre l'obbligo di sottolineare che c'é una notevole differenza fra l'ironia (e la satira che, questa maggioranza, ha sempre osteggiato) e la comicità pacchiana delle "comiche finali" (pur nobili nel loro genere).


L'autocelebrazione di Silvio Berlusconi quale grande statista, assimilabile ad Alcide De Gasperi, appartiene certamente al secondo genere e non al primo.

Noi Italiani siamo un popolo strano. Abbindolati per lunghissimo tempo dalle "Vanna Marchi" di turno, ci svegliamo all'improvviso, quando nessuno lo ritiene più possibile, e presentiamo il conto.



L'elemento di preoccupazione è ora costituito dai maldestri tentativi (colpi di coda) che, l'attuale e posticcia maggioranza parlamentare che occupa ed opprime il Paese, potrebbe tentare di realizzare per "recuperare" un qualche consenso popolare.


Premesso che cio che la coalizione PDL-LEGA NORD-"RESPONSABILI" ha perso non è il consenso ma una qualsiasi parvenza di credibilità, il grande rischio, al quale è esposta l'Italia, è rappresentato da misure che potrebbbero esporci agli strali dell'Europa e del Fondo Monetario Internazionale nonché alle minacciose incombenti "attenzioni" delle agenzie di rating.


Non possiamo permetterci una crisi di affidabilità internazionale economico-finanziaria.


Dobbiamo evitare che il buio, di quella che sembrava essere un'interminabile notte, ci ingoi nel suo vortice profondo.


Gli italiani hanno dimostrato di voler girare pagina. Sono finiti i tempi in cui i ministri della Repubblica insultavano e dileggiavano gli avversari politici (es. quelli della sinistra devono andare a morire ammazzati) o nei quali il capo del governo denigrava ed indeboliva (cercando di sopraffarle) le altre istituzioni (i giudici sono antropologicamente diversi e costituiscono un cancro da estirpare).


E' presente, nel Paese, un grande desiderio di partecipazione, rinnovamento e normalità (non normalizzazione).


Si potrebbe essere agli inizi di un nuovo Rinascimento nazionale.


E' importante, per questo, far tesoro delle debolezze istituzionali che sono emerse negli ultimi venti anni.


Abbiamo rischiato di veder soccombere la democrazia. Delle profonde ferite sono state inferte al tessuto sociale, culturale ed istituzionale.


E' necessario rendere inviolabili i precetti costituzionali che sono alla base del nostro vivere comune e garantire, davvero a tutti, il medesimo diritto di partecipazione alla vita pubblica ad iniziare da un equilibrato accesso a tutti i mezzi di informazione.


Proprio l'informazione, indipendentemente dalla fonte dalla quale proviene, deve garantire un misurato accesso alle diverse componenti che partecipano alla dialettica nazionale.


Il confronto politico deve essere informato al rispetto dell'avversario così come l'azione di governo deve garantire, attraverso la predisposizione di regole severe, condivise ed immodificabili ad opera delle diverse maggioranze, i diritti inviolabili delle minoranze.


I cittadini devono ritornare a poter scegliere i candidati da eleggere alle Camere (elezioni primarie e reintroduzione delle preferenze). Il sistema proporzionale, magari con una percentuale di sbarramento, appare, a mio avviso, preferibile al maggioritario.


La normativa attuale rischia di consentire ad una maggioranza di porre mano, pericolosamente, alla Costituzione, e di alterare, a proprio piacimento, le "regole del gioco" (il referendum confermativo può non costituire un antidoto efficace considerata la tecnicità delle eventuali questioni proposte).


Improcrastinabile, peraltro, al fine di garantire trasparenza sull'operato degli amministratori, a tutti i livelli, è l'introduzione dell'"anagrafe degli eletti" proposta dal Partito Radicale.


Opportuna riterrei, inoltre, la revisione dell'istituto del referendum abrogativo. Si potrebbe, in proposito, fissare, perché sia valida la richiesta, un numero più consistente di firme ed abbassare od eliminare, nel contempo, il quorum per la validità delle votazioni (in tal modo, oltre a favorire la partecipazione diretta dei cittadini alla res publica, si terrebbe conto della percentuale fisiologica di astensionisti e si eviterebbe di iscrivere, a favore della conservazione delle norme, persone impossibilitate a recarsi al voto o soggetti assolutamente non interessati al quesito).


Anche la Giustizia necessita di interventi urgenti che siano capaci di conferire efficacia alla sua azione. Essi potrebbero realizzarsi, innanzitutto, attraverso il previo monitoraggio delle carenze strutturali, organizzative e di energie lavorative di cui soffre. Dovrebbe essere possibile, inoltre, rendere più rapida la definizione dei processi, anche nel rispetto dei ruoli e delle prerogative delle parti, evitando, ad esempio, che eventuali errori procedurali, non particolarmenti significativi ai fini della salvaguardia delle posizioni processuali, possano far balenare, agli occhi attenti degli avvocati, la possibilità di procrastinare la durata dell'intero processo fino al raggiungimento della prescrizione e della consequenziale inevitabile compromissione delle legittime aspettative di giustizia delle parti lese.


E' indispensabile, poi, restituire alla Scuola pubblica un ruolo centrale nella crescita e per il futuro del Paese anche attraverso la restituzione di un'adeguata autonomia agli insegnanti nella realizzaizone dei programmi e nella formazione dei giovani.


La Scuola privata può svolgere un importante ruolo complementare e ricevere anche, in qualche limitata misura, finanziamenti pubblici, purché garantisca dei verificabili standard minimi di preparazione ed assicuri, adeguate, particolari e specialistiche attenzioni anche a soggetti svantaggiati.


E' necessario reperire, altresì, le risorse da impiegare nella ricerca condotta nelle Università e nelle Onlus, su obiettivi individuati in piani pluriennali, garantendo, al personale in essa impiegato, stabilità e serenità.


La partecipazione dei privati alla ricerca pubblica è gradita e può essere incentivata, attraverso agevolazioni fiscali. La ricerca privata può, parimenti, essere incentivata sulla base, però, dei risultati che si rivelino significativamente utili per il benessere dei cittadini.


Nel campo della difesa si deve ritornare, nel rispetto delgli impegni internazionali, ad un ruolo esclusivamente pacificatore, che sia rispettoso dei principi sanciti nella Costituzione e scritti nel cuore degli italiani.


Per quanto riguarda la sicurezza interna è necessario restituire ai corpi di polizia di Stato i mezzi per poter dimostrare la propria efficienza e la cristallina trasparenza democratica che devono avere.


La triste parentesi delle "ronde" deve essere irreversibilmente conclusa.


Alle forze dell'ordine devono essere garantiti tutti gli strumenti necessari per evitare che in Italia possano esistere "zone franche" controllate dalla criminalità di ogni tipo.


Gli stadi nei quali si svolgono eventi sportivi devono poter essere frequentati, in tutta sicurezza dai cittadini e dalle loro famiglie e, anche in essi, deve essere garantito il rispetto della legge e dei diritti.


Interessante, per combattere la piaga delle eco-mafie, potrebbe rivelarsi il progetto della ministra Prestigiacomo di una tracciabilità satellitare del trasporto dei rifiuti pericolosi.


Nel campo del lavoro, lo Stato deve ritornare a giocare un ruolo di sostegno del contraente più debole, il lavoratore, in modo di garantire un reale e sostanziale equilibrio fra le parti del rapporto.


Devono essere garantite regole trasparenti e democratiche che consentano di stabilire la reale rappresentatività delle compagni sindacali ed il loro conseguente "peso" nella contrattazione collettiva nazionale ed aziendale.


Proprio il CCNL deve garantire i minimi retributivi per tutti il lavoratori della categoria (la salvaguardia della salute e della dignità devono continuare ad essere garantite per legge) ed alla contrattazione aziendale, vigilando che non si creino formazioni di comodo per gli imprenditori (leggi "sindacati gialli"), deve essere lasciata la contrattazione sulla parte di retribuzione collegata ai risultati ottenuti dall'azienda.


Una significativa parte della retribuzione collegata alla performance deve essere pensionabile.


In base alla misura della percentuale remunerativa affidata alla contrattazione aziendale (ed alla possibilità di conferire ad essa competenza nella determinazione delle turnazioni) si devono individuare delle forme, maggiormente pregnanti, di co-partecipazione dei lavoratori alle strategie aziendali.


E' indispensabile, peraltro, aumentare (di molto) il costo orario delle prestazioni dei lavoratori assunti a tempo determinato rispetto a quello applicato alle prestazioni di quelli impiegati a tempo indeterminato e vigilare, attentamente, sull'eventuale utilizzo elusivo delle forme di lavoro "flessibile" (oltre a ridiscuterne diverse)


Proprio in questo campo, è, inoltre, opportuno rivedere l'apprendistato distinguendo le condizioni applicabili nell'artigianato rispetto a quelle impiegabili in altri settori.


Bisogna effettuare, capovolgendo la logica propagandistica e sommaria introdotta dal ministro Renato Brunetta, una netta distinzione fra il fenomeno conosciuto come "assenteismo" (accezione negativa che indica un predisposizione ad astenersi dal lavoro in violazione delle regole) e le assenze, legittime, dovute a malattia, lutto, assistenza a parenti con handicap grave, etc.


Per quanto riguarda il campo fiscale, poi, rivisitato il c.d. "patto di stabilità" e restituita la necessaria autorevolezza agli operatori del fisco (non senza introdurre controlli severi per prevenire possibili fenomeni di corruzione), si potrebbe reintrodurre il "redditometro" senza, comunque, abbandonare gli "studi di settore" e stabilire, con le categorie produttive, un accordo in base al quale, al raggiungimento di determinati obiettivi di recupero dell'evasione verrebbe collegata, compatibilmente con le esigenze di bilancio, una riduzione della pressione fiscale.


Da aumentare dovrebbe essere il livello di prelievo sulle rendite finanziarie evitando di colpire, comunque, quelle costituite dai primi investimenti ed entro un certo importo (provenienti magari dall'investimento delle liquidazioni ottenute al termine della vita lavorativa).

Da studiare nei dettagli e, probabilmente, introdurre, sarebbero, inoltre, il "quoziente familiare" invocato dall'Unione di Centro ed una nuova forma di "scala mobile" Per quanto riguarda quest'ultima, in particolare, è necessario considerare che con il sistema attuale (legato all'inflazione "programmata") solo il valore delle prestazioni dei lavoratori dipendenti non aumenta mai. Nei casi di distribuzione "meritocratica" del budget alcuni dipendenti vedono il valore della loro prestazione addirittura diminuire.

Per realizzare gli obiettivi predetti, comunque, non si potrà prescindere da un "patto" che raccolga, intorno al progetto di rinascita democratica, tutte le forze che, indipendentemente dall'orientamento politico, abbiano dimostrato di rifiutare la logica della sopraffazione e di voler competere lealmente e nel rispetto delle regole.

Mentre il ministro Umberto Bossi crea i presupposti della crisi (la cui responsabilità potrà poi imputare agli alleati) proclamando che "i suoi" (sarebbe interessante contare quanti siano rimasti) vogliono (!) lo spostamento dei Ministeri (la testa dei dicasteri) al Nord, suona la campana dell'ultimo giro (al termine del quale sarà impossibile sfilarsi "credibilmente" dall'attuale sodalizio che "governa" il Paese) di pista del governo Berlusconi e qualche politico, con un "fiuto" ancora minimamente apprezzabile, potrebbe approfittarne per salvarsi, approdando, magari, al terzo polo ed accelerare così, involontariamente, il faticoso processo di liberazione in atto.

Il "libero servo" Giuliano Ferrara, amante dei paradossi e delle sfide impossibili, sta, nel frattempo, tentando l'operazione, disperata, di convincere gli italiani che non esiste un'alternativa credibile al governo guidato da Silvio Berlusconi e che la compagine che si intravede, a seguito dei risultati elettorali delle elezioni amministrative e dei referendum, non saebbe altro che un'improvvisata somma di "fricchettoni".
Fermo restando che il tentativo non rappresenta la realtà ma un audace e vana esercitazione letteraria, condotta con discreto stile, è necessario rammentare, al direttore de "il Foglio", che agli italiani risulta chiara l'impossibilità, per qualsiasi Governo dovesse seguire quello attualmente in carica e per quanto possa essere composto da fricchettoni, di riuscire a fare peggio ed a risultare altrettanto pernicioso per il Paese.

Come potete vedere , mi sono abbandonato, purtroppo, ad alcune limitate digressioni "profane", ma credo che questo spazio debba essere utilizzato anche allo scopo di confrontare le idee per quanto approssimative possano essere.

Quello che, comunque, credo e spero riesca a trasparire è la convinzione che, se sapemo mantenere una partecipazione assidua ed attenta, sia possibile compiere il "miracolo" e riportare la nostra Italia, anche se in tempi non brevissimi, ad essere un esempio di benessere, libertà e democrazia.